Ben tornati sul mio blog. Oggi vi vorrei parlare della mia parrocchia e proverò a rispondere ad alcune domande che mi avete fatto via social, via mail e di persona. Dunque, per qualche anno ho servito la mia parrocchia in tutto e per tutto: facevo servizio Caritas, oratorio… e tutto quello che c’era da fare, l’ho fatto. Tre anni fa ho partecipato anche al centro estivo quindi ho fatto proprio di tutto. Un bel giorno però cambia il nostro parroco: ma io questo lo sapevo, ero già pronta al cambiamento perché si sa che il parroco cambia dopo un certo tempo, solo che non pensavo che le cose sarebbero cambiate così.
Con i primi due, ossia il parroco che è stato 12 anni e il secondo che è stato 3 anni, avevo un bellissimo rapporto. Mi chiamavano nonostante io avessi una disabilità, ed erano proprio loro due a spingermi a stare con tutti i parrocchiani perché era giusto così e mi dicevano che io ero uguale agli altri. Che se gli altri giovani servivano la parrocchia era giusto che lo facessi anch’io. Che per loro la carrozzina non era un problema, anzi. Con loro ho anche viaggiato: con il primo siamo andati a Guarcino (non vi so dire di preciso dov’è perché in geografia non sono brava!), con il secondo invece sono andata insieme agli altri ragazzi del Punto Giovani a Parma. Ci siamo divertiti tanto!
Dopo questi viaggi entrambi i parroci avevano deciso di mantenere il Punto Giovani, cioè quel gruppo di ragazzi che partecipano alla vita della parrocchia e che stanno facendo la prima comunione o la cresima. Il gruppo era nato per non perdere l’amicizia tra di noi. Nel mio quartiere purtroppo non c’è molto per i ragazzi; non c’è un posto dove si possono incontrare o scambiare idee, quindi sia don Gregorio che don Simone avevano deciso di tenere aperto questo Punto Giovani proprio per dare un punto di riferimento ai ragazzi. Purtroppo però il nuovo parroco ha deciso di toglierlo, eliminando un luogo di aggregazione dove i ragazzi andavano anche solo per fare i compiti o chiacchierare.
Anche se ero dispiaciuta ho continuato ad andare in parrocchia finché ho potuto. Al ché un giorno mi viene comunicato che sarebbe stata tolta anche la saletta dove noi adulti ci vedevamo per organizzare le cose per il quartiere, sia per i giovani normodotati che con disabilità. Solo nel mio palazzo ci sono quattro persone con disabilità, compresa me, e in tutto il comprensorio ce ne saranno almeno altri cinque, sia di tipo intellettivo che fisico. La nostra parrocchia si era legata anche a un’altra qui vicino che ci aveva sostenuto, e uso il passato perché purtroppo questo progetto non è stato possibile portarlo avanti… A un certo punto ci siamo praticamente non dico arresi ma ormai rassegnati che in questo quartiere anche se tu vuoi fare qualcosa, è impossibile.
Qui a Dragoncello abbiamo la parrocchia San Cirillo e Metodio, poi superata la pista ciclabile c’è un’altra parrocchia (che adesso non ricordo il nome) dove anche lì vanno parecchie persone con disabilità, quindi avevamo fatto questo progetto di creare un centro diurno o prendere una saletta in affitto come avevamo fatto con gli altri due parroci e formare lì qualche attività, pure per sostenere le famiglie visto che qui non c’è niente. Ci hanno tolto anche l’unico supermercato che avevamo nei paraggi, dove le famiglie che sono senza macchina potevano andare a fare la spesa… per farvi capire la nostra situazione qui a Dragoncello!
Infine un’ultima brutta notizia: quando sono andata per chiedere se io dovevo fare servizio di pastorale all’interno della mia parrocchia mi è stato detto che non c’era bisogno perché mi avevano già sostituita con un’altra persona. Quando sono andata per chiedere spiegazioni, il parroco non si è fatto trovare e non ho potuto far valere le mie ragioni. Con molto dispiacere quindi non faccio più servizio pastorale e non vado neanche a messa. Per fortuna che posso ancora andare a Fede e Luce.
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