Progetto culturale dedicato a unire arte e scienza sul tema della salute mentale, il festival Lo Spiraglio dal 13 al 15 aprile ha offerto proiezioni gratuite a Roma presso lo spazio SCENA gestito dalla Regione Lazio e del MAXXI sulle due sponde del Tevere, luoghi centrali e complementari, ben scelti per aggregare le varie anime del festival che «fin dalla nascita, ha avuto l’ambizione di rivolgersi e coinvolgere un pubblico indifferenziato di appassionati e cinefili».
Significativo è il rilievo dato ai film sulle migrazioni, un tema che evidenzia come la mente umana possa essere stravolta e traumatizzata dal dover cambiare, per necessità e non per scelta, il proprio ambiente geografico e sociale: un aspetto spesso trascurato nel racconto di questo fenomeno sempre più complesso e inarrestabile che trova qui il suo attento spazio grazie al Premio Samifo (Salute Migranti Forzati).
Molti i titoli interessanti presentati: vincitore di quest’anno è stato il film Trieste è bella di notte che mette luce sulla pratica poco nota delle «riammissioni informali» messe in atto dal Ministero dell’Interno nel 2020, sospese nel 2021 perché dichiarate illegali dal Tribunale di Roma, e poi riattivate nel novembre del 2022 dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi. Operazioni che consentono di espellere i migranti, in arrivo attraverso la rotta balcanica, senza che possano fare richiesta di asilo o di protezione internazionale. I pericolosi viaggi raramente vanno a buon fine: spesso i migranti tentano il tragitto (chiamato game, come il livello di un videogioco) più e più volte, e si può solo immaginare quanto sia atroce, dopo essere sopravvissuti a situazioni estreme, assaporare un briciolo di accoglienza per poi essere rispediti in Slovenia, poi in Croazia e in Bosnia, trattati con sempre maggiore crudeltà dalle forze dell’ordine locali… per poi ricominciare daccapo, di nuovo in viaggio verso l’Italia. I registi Andrea Segre, Stefano Collizzolli e Matteo Calore incrociano le interviste ai migranti e l’indagine su come il nostro Paese, quando si tratta di temi che non attirano l’attenzione dell’opinione pubblica, violi norme nazionali e internazionali. È cinema civile, vero, utile per capire la nostra Italia (e il mondo).
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.162