Nella foto: festeggiamenti per i 40 anni di Fede e Luce a Lviv, Ucraina a cui hanno partecipato le comunità di Russia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lituania e Georgia nel 2012
Larysa segue la guerra che ha coinvolto il suo paese, l’Ucraina, da Napoli, città in cui vive ormai da molti anni insieme a suo figlio Igor. Ha conosciuto la comunità di Fede e Luce nel suo paese natale, dove di gruppi se ne contano circa trenta (qui il suo racconto di qualche anno fa). Abbiamo raccolto la sua voce -insieme a quella di G.- testimoni dello strazio di una guerra cui è impossibile trovare una ragione.
Ho seguito le preghiere della sera dall’Ucraina fino a un certo punto perché erano nell’orario in cui sono impegnata a fare volontariato. Per settimane, ogni sera, passavo per i supermercati a cercare scatoloni: qui a Napoli come una valanga arrivavano aiuti umanitari alla chiesa greco cattolica, e per spedirli con i TIR in Ucraina servivano scatoloni, e mi sono impegnata per questo. Nei giorni liberi siamo andati a tutte le manifestazioni, a tutte le proteste e a tutti gli eventi organizzati dai nostri compaesani in città. E noi siamo presenti. L’ultimo è stato un concerto al teatro San Carlo di Napoli, un balletto fatto insieme da ballerini russi e ballerini ucraini. Noi eravamo là per far sapere agli italiani che adesso con la cultura e lo spettacolo non si può creare la pace. Perché, dopo quel che è successo a Bucha, come possiamo stare insieme sullo stesso palcoscenico? Come possiamo abbracciarci? Come possiamo fare finta che cerchiamo pace tra culture? Non trovo le parole per spiegare quel che sento.
La mia comunità di Fede e Luce in Ucraina non è in grande pericolo (leggi qui la situazione delle comunità ucraine di Fede e Luce). Anche mio fratello che stava a Kiev si è trasferito, altri amici sono in Carpazia. Un’amica con figli disabili, che non poteva spostarsi perché si era operata a una gamba, ora è al sicuro in Polonia. Degli altri però non so niente. Non ho contatti con i sacerdoti in Ucraina, solo qui a Napoli con quello della chiesa greco cattolica con il quale facciamo tutto il possibile, e l’impossibile: oltre alle preghiere, la raccolta di soldi, di roba… e questo continua. Preghiamo Dio che questo male finisca.
Sono contenta che G. sia riuscita a scappare dalla Russia e che sia al sicuro. Adesso può parlare e raccontare i suoi sentimenti come lì non poteva mai fare. Ho una nipote, figlia di mio fratello, che abita a San Pietroburgo. Mi ha chiamata il primo giorno di bombardamento piangendo, chiedendo perdono… ma di cosa vuole chiedere perdono? Lei, solo una ragazza, che poteva fare? In generale il popolo russo ci odia, odia il popolo ucraino e vuole toglierlo dalla faccia della terra: questa è la meta di Putin. E noi dobbiamo resistere e vincere. Secondo me abbiamo la missione di distruggere il male in Russia, con il suo presidente che vuol diventare imperatore di un impero grandissimo… Speriamo di avere la forza per vincere e compiere questa missione.
Un abbraccio e ringrazio del sostegno che ci danno gli italiani e Fede e Luce.
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