Stefano Di Franco (1960-2015), Spilungo per tutti, ha intessuto profondi legami durante la sua vita con molte persone, con e senza disabilità, piccoli e grandi, genitori e figli; nella sua comunità di Fede e Luce a Roma (Sant’Anna), all’Arca di Ciampino, nel suo lavoro al Corpo Forestale – Protezione Civile. Per FL ha svolto molti incarichi: da responsabile di comunità a coordinatore della provincia Kimata (che riunisce centro Italia, Grecia e Cipro). Ombre e Luci gli ha dedicato un numero e una pagina speciale.
«A noi non aveva detto niente della sua intenzione. Quando siamo tornati dalla montagna, ad agosto, con i miei è venuto la sera e ci ha portato Mirtilla, di tre mesi, in una borsetta piccolina. Siamo rimasti molto perplessi sul momento ma poi ce ne siamo innamorati». È così che Roberta racconta il primo incontro della famiglia Di Franco con Mirtilla, la cucciola di Pinscher che Stefano, il nostro indimenticabile Capitano, aveva deciso di portarsi a casa nell’estate del 2013, non sapendo ancora quale dono prezioso sarebbe stata.
La strana coppia del gigante buono e della cagnolina tascabile era iconica. Stefano l’aveva scelta come compagna di vita e lei, fin da piccolissima, era stata abituata a seguirlo dappertutto: microscopica, infilata dentro la tasca di una felpa, più grandetta sistemata dentro un marsupio e infine adulta al guinzaglio o dentro una borsa (con quel bel maglioncino caldo per le giornate più fredde). Sappiamo tutti che se Stefano avesse avuto una fidanzata, una moglie o dei figli li avrebbe sicuramente portati a Fede e Luce e così è stato per Mirtilla, che nei due anni vissuti con il Capitano ha conosciuto e frequentato un numero sterminato di ragazzi, famiglie e amici, partecipato a riunioni, campi, discernimenti ed elezioni, contribuendo a tingere di quella particolarissima tenerezza non verbale il magnetismo indiscusso di Stefano.
Non c’è stato posto dove non siano stati o andati insieme: Mirtilla entrava, magari nascosta dentro uno zaino, anche nei posti in cui di solito ai cani non è permesso l’accesso (Mirtilla è anche entrata in ospedale durante uno degli ultimi ricoveri di Stefano!), niente e nessuno li fermava, niente e nessuno poteva fermare Stefano (anche se una volta alle terme, proprio durante un campo di Fede e Luce, li avevano fatti uscire dalle piscine: a un mio whatsapp rispose «mo’ siamo alle terme… ma non posso entrare co’ Mirtilla»).
Tanto evidente era la simbiosi tra Stefano e Mirtilla che qui e lì a Fede e Luce cominciò a far capolino un po’ di gelosia, soprattutto tra chi era normalmente al centro delle attenzioni del Capitano, Pietro Bigari in testa. C’è voluta qualche accortezza per far prendere le misure ai due, il gigante maldestro e la cucciolotta, ma nel giro di poco anche Pietro e «Martilla» hanno imparato a conoscersi e a prendersi cura l’uno dell’altra, tra pappa e coccole, come descrivono bene tante fotografie.
Ma al di là di tutte le considerazioni che si possono fare sulla terapia con animali e sul loro potere benefico sulla psiche umana, i cani sono e restano un dono per chi sceglie di accoglierli. Questo è oggi Mirtilla per la famiglia Di Franco, una carezza prolungata di Stefano, un pezzetto del Capitano ancora tra noi. Acciambellata nella piega del suo ginocchio, fino a quel primo pomeriggio di domenica 22 novembre 2015, Festa di Cristo Re, quando Spilu ci ha lasciati, Mirtilla non era entrata per caso nella vita di Stefano, l’ha accompagnato nel pezzo più faticoso della salita. E come Mirtilla, nessun cane entra per caso nella vita del proprio padrone, a patto che si sia disposti, come Stefano, a lasciarsi stravolgere le giornate e a fare un po’ di spazio sul divano.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 157, 2021
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