Insieme a Marie-Odile Réthoré, nota medica specializzata nello sviluppo dei bambini trisomici, Lejeune (proclamato servo di Dio dalla Chiesa cattolica nel gennaio 2021) insistè per includere nel programma dei giorni del pellegrinaggio il convegno di medici e educatori Le ripercussioni psicologiche del rifiuto e dell’accoglienza per l’handicappato mentale. Nella conferenza stampa del 4 giugno 1970, i giornalisti incuriositi gli chiesero delucidazioni sull’iniziativa. Definendola «una scuola di speranza» di cui sarebbe stato lieto di «vedere i frutti», il genetista spiegò «fino a che punto la segregazione possa disarticolare una personalità e come l’amore possa, al contrario, ricostruirla». In effetti, racconta sempre Mathieu, durante la conferenza da lui presieduta, dalla variegata assemblea di educatori e medici emerse la positiva impressione sull’atmosfera del pellegrinaggio: era la dimostrazione concreta di come la qualità dell’accoglienza si riflettesse sulle persone con handicap. E su chi era loro accanto.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021
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