«Era il 2015, allora di notte conducevo i tram dell’Atm, l’azienda di trasporti di Milano, e di giorno, essendo fisioterapista, seguivo la Nazionale Italiana Artisti TV e l’associazione Colorado Charity Team: qui incrociai il mondo della comicità e quello dell’associazionismo» ricorda così Salvatore Ferrara l’incontro che lo ha portato a fondare, insieme ai comici Angelo Pintus e Stefano Chiodaroli, l’associazione Nic (Nazionale Italiana Comici) con base a Rozzano nel milanese, la squadra di calcio che ha come obiettivo raccogliere fondi attraverso lo sport. Uno sport inclusivo, in cui a scendere in campo sono adolescenti e giovani con disabilità.
In pochi anni la partecipazione, non solo delle famiglie, cresce a tal punto da diversificare le iniziative in altre manifestazioni, perché più si conoscono le diverse abilità e più si scoprono energie latenti, insospettabili doti, che attendono solo occasioni per emergere e scorrere. «A fine ottobre inauguriamo la sesta stagione del progetto Diversamente Comici, a cui parteciperanno ragazze e ragazzi con disabilità di tutta Italia. Chiamati ad interagire sul palco da comici professionisti, saranno direttamente loro i protagonisti degli spettacoli teatrali, i cui incassi verranno, come ad ogni stagione, direttamente devoluti, già tra il primo e il secondo tempo, alle famiglie dei nostri mattatori o alle associazioni no profit quotidianamente impegnate a loro fianco. Dal 2015 abbiamo sostenuto 22 associazioni!» racconta con orgoglio Salvatore.
Unica condizione per beneficiare del supporto della Nic, è la presentazione di un progetto ideato e sviluppato dai ragazzi, seguiti poi in fase di realizzazione dai responsabili Nic: così, ad esempio, da diversi anni continua la collaborazione con la Fondazione De Marchi, impegnata a fianco dei bambini affetti da fibrosi cistica. «Molto spesso gli adolescenti che vivono una condizione di disabilità, si sentono esclusi o tenuti ai margini della comunità, pur consapevoli di essere dotati di straordinarie capacità, di nutrire passioni come tutti gli altri coetanei e di poter essere di aiuto e utilità per tutti noi. Per questo è fondamentale creare occasioni in cui possano esprimersi liberamente: nei nostri incontri, siamo noi a ricevere più di quanto pensiamo di donare, scoprendo impensabili qualità e tante risorse che potremmo mettere a frutto per le nostre comunità» racconta il presidente di Nic. E, d’altra parte, i ragazzi si mettono alla prova, si misurano in performance in cui si relazionano direttamente con tante persone, estranee alla cerchia della quotidianità, e la gratificazione che ricevono accresce autostima e fiducia in sé stessi.
«Sono riuscita a superare la timidezza che mi ha sempre ostacolata nei rapporti a scuola – racconta Gaia, 11 anni, veterana delle barzellette, ormai completamente guarita dalla leucemia linfoblastica acuta – e, soprattutto, in questa esperienza non mi sono mai sentita discriminata, ma valorizzata per quello che so fare». Del resto, nulla è più efficace, per scardinare pregiudizi precostituiti e demolire tabù, che ostacolano il dialogo e la comprensione tra le persone, di uno spettacolo comico, in cui ironizzare su difetti e limiti comuni a tutti e socializzare con chi appare molto distante da noi.
Al valore umano e sociale dell’esperienza si aggiungono poi i risvolti professionali. «Ho imparato moltissimi trucchi del mestiere e ho approfondito meccanismi e linguaggi dell’ambito teatrale che finora ignoravo» afferma Cristiano Rossi, in arte Cris Brave, che, nonostante la tetraparesi spastica, partecipa agli spettacoli come copresentatore da diversi anni. La maturazione umana e artistica passa dalla soddisfazione più grande: «Il pubblico riconosce il valore di uno sforzo gratuito, il cui unico scopo è trasmettere un messaggio: ognuno può fare del bene e ognuno deve fare i conti con i propri limiti» conclude Cris. Non è forse nell’imperfezione che ci scopriamo unici?
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021
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