Il gruppo Nain si incontra una volta al mese a Romena, in Toscana, per intraprendere un cammino di trasformazione. I genitori che lo desiderano possono piantare un mandorlo in ricordo del proprio figlio. Qui, l’aspetto più importante è stato quello di incontrare dei genitori che hanno perso, come me, i figli da suicidio, e rendermi conto di non essere una mamma così diversa rispetto a chi non ha provato il nostro stesso dolore, e capendo che non abbiamo nulla di sbagliato.

Durante il primo incontro sono stata accolta da due mamme che avevano perso i loro figli da più tempo di me: attraverso i loro racconti ho intravisto una luce di speranza. Per me era impossibile che la mia vita potesse andare avanti senza di lui. Nonostante non si possano trovare risposte al gesto così estremo di un figlio, grazie ai vari incontri con altri genitori mi sono resa conto che si può tornare a vivere. Mi sono sentita protetta e capita senza dare alcun tipo di spiegazione.

Prima di arrivare a Romena mi sentivo completamente sola, l’unica persona con cui riuscivo a parlare della morte di mio figlio era la mia terapeuta. In terapia mi sono resa conto di quanto fosse fondamentale invece parlarne: farlo mi permette di sentirlo ancora vivo. Il giorno della sua morte sarebbe potuto finire tutto se mi fossi chiusa e se mi fossi concentrata solamente sulla grande disperazione che provavo.

In cammino nel gruppo Nain riesco a parlare del dolore, della colpa, del gesto di mio figlio con particolari che non riesco a condividere con nessuno, neanche con i miei familiari poiché mi rendo conto che anche solo il nominarlo li turba.

Può sembrare incredibile ma questi gruppi aiutano ad alleggerire il proprio dolore, assorbendo quello degli altri ed esternare il proprio. Tra di noi ci sentiamo come fratelli e sorelle, riuniti dallo stesso destino. Tornare da questi incontri è come fare una riserva di energie, come passare del tempo con lui… è davvero necessario per me partecipare. Oggi non permetto al dolore di sovrastarmi. Lo nutro di speranza, trasformando la morte di mio figlio in qualcosa di utile. Tutto questo lo devo alla terapia e all’esser riuscita a condividere il dolore nel percorso intrapreso a Romena, che continuerà per sempre.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 158, 2021

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Cammino di trasformazione ultima modifica: 2022-08-08T08:23:00+00:00 da Tiziana D'Ambrosio

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