Una storia bella e difficile, piena di contraddizioni, di trasgressione, a volte di visionari, che mette in discussione tante certezze. Raccontata nel romanzo a fumetti di Andrea Laprovitera e Armando Miron Polacco, perfetto nel bianco e nero, è anche la storia familiare e professionale di Basaglia, dall’arrivo a Gorizia nel 1961, poi a Trieste dal 1971, fino all’approvazione della legge 180 del 13 maggio 1978. «E io non firmo»: con questo primo atto di ribellione formale contro l’odiosa pratica di legare al letto i degenti particolarmente agitati, Basaglia, neo direttore del manicomio di Gorizia, indica la strada che intende percorrere: umanizzare quel luogo non luogo, atroce, buio, sporco, umiliante, in tutto simile al carcere dove era stato recluso per un mese durante la guerra, perché partigiano antifascista. Nella prima pagina del libro c’è il disegno di un cuculo su un rametto secco, rivolto indietro; nell’ultima pagina, quel rametto è germogliato e l’uccellino ha preso il volo: splendido epilogo di speranza.

Basaglia, il dottore dei matti - Libro di Laprovitera e Miron

Basaglia, il dottore dei matti

Autore: Andrea Laprovitera (Testi) e Armando Miron Polacco (Disegni)
Editore: Becco Giallo
Pubblicato: Pagine: 144
Prezzo: 18€
ISBN: 978-8833141572

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021

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Basaglia, il dottore dei matti – Recensione ultima modifica: 2022-02-18T17:19:39+00:00 da Nicla Bettazzi

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