Per il secondo anno consecutivo il Far East Film Festival, principale appuntamento europeo con il cinema popolare asiatico, è stato spostato in avanti di un paio di mesi, a fine giugno. Come sono stati spostati in avanti, di ben un anno, i Giochi Paralimpici di Tokyo. Il doppio spostamento ha permesso al festival udinese di ottenere con tempismo quasi perfetto l’anteprima mondiale di Zero to Hero, biografia del campione paralimpico hongkonghese So Wa Wai.
Spesso le biografie degli atleti paralimpici nascondono storie notevoli e il film del 2021 di Jimmy Wan non fa eccezione: racconta una storia affascinante e meritevole di attenzione, seppur con un’enfasi forse esagerata per il nostro gusto occidentale.
So Wa Wai competeva nella categoria T36 (dove T indica track, cioè la pista di atletica, e 36 è uno dei codici per gli atleti con paralisi cerebrale) e ha ottenuto molti risultati storici nello sprint a partire dai Giochi di Atlanta ‘96 quand’era ancora adolescente, ma i primi anni della sua vita nella Cina continentale (prima del trasferimento a Hong Kong), non facevano presagire i futuri successi. Grande merito deve essere dato a sua madre, che non si scoraggiò per la salute precaria del figlio e anzi, ben consapevole che gli altri non lo avrebbero mai considerato normale, ha fatto di tutto affinché diventasse straordinario. La grande forza di volontà dell’atleta è anche il risultato di una madre coraggiosa che si è dedicata con ostinata abnegazione a migliorare il presente e preparare il futuro del figlio, nato svantaggiato agli occhi del mondo eppure dotato di un grande talento.
Le scene delle competizioni sportive sono confezionate con coinvolgente emotività, e sono alternate a tante altre sequenze del quotidiano, di vita familiare e allenamenti, in cui la regia talvolta abusa della musica pomposa e dell’emozione a tutti i costi. Alcuni eventi cruciali sono semplificati e forzati nella forma, togliendo verosimiglianza a una biografia che poteva essere di sincera ispirazione (bisogna anche dire che i due attori che interpretano So sono normodotati).
Nonostante una forma sopra le righe e al netto dei difetti appena citati, il racconto del successo di un campione paralimpico, comprese le inevitabili delusioni e gli ostacoli, resta di assoluto interesse.
La Newsletter
Ombre e Luci è anche una newsletter
Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.
Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.