C’è una biblioteca a Bologna che è la più fornita d’Italia sui temi della disabilità e che ha sede nel rione periferico e multiculturale del Pilastro. La biblioteca è il cuore del Centro Documentazione Handicap, nato nel 1981 in seno all’Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici) divenuto autonomo nel 1996. Erano anni in cui la legge sull’integrazione scolastica dava i suoi primi frutti e cresceva la consapevolezza sui temi legati alla disabilità. In quel contesto, quattro ragazzi con gravi disabilità fisiche ragionavano su cosa avrebbero potuto fare dopo la scuola, ponendosi una domanda ancora difficile: «Come può un disabile grave diventare una risorsa per la società e non solo qualcuno da assistere e di cui aver pietà?». Dei quattro faceva parte Claudio Imprudente, poi giornalista, scrittore e tra i promotori delle esperienze che seguirono quella domanda.
Alla prima donazione di libri da parte del pedagogista Andrea Canevaro, che costituì la base della biblioteca successivamente ben ampliata, seguì la fondazione della rivista HP-Accaparlante. Pubblicata fino al 2019, viene ora proposta in veste di monografia, con quattro uscite annue, dall’editore La Meridiana. Il primo numero della rivista, del 1983, sceglieva subito una tematica spiazzante per l’epoca, “Il sesso negato” (e lo è tuttora!). Dagli argomenti emergeva la voce di chi viveva la disabilità: quell’H considerata muta, finalmente si faceva sentire.
Rivista e biblioteca (inserita nel circuito di prestito nazionale Opac) diedero impulso a nuove possibilità formative e lavorative nell’approccio alla diversità: nascevano così il Progetto Calamaio (costituito nel 1986 per portare percorsi educativi nelle scuole e promuovere un’immagine nuova della persona con disabilità) e la Cooperativa Accaparlante (attiva dal 2006, anche come centro socio-occupazionale). Quattro realtà con lo stesso dna, riconoscibile in un gruppo di lavoro misto, dalle possibilità diverse: educatori con e senza disabilità (e tirocinanti universitari, volontari del servizio civile o minori dell’Istituto Penale Minorile) propongono progetti che «trasformano in modo creativo la difficoltà in risorsa e accompagnano i partecipanti alla scoperta e alla relazione con l’altro da sé». Uno degli obiettivi del gruppo è di promuovere la piena accessibilità fisica e culturale: la cooperativa offre uno staff con varie difficoltà fisiche e cognitive per valutare luoghi da rendere pienamente accessibili (anche nella messaggistica informativa) come teatri, alberghi, case di salute. Nel 2017 ideavano la collana di libri Parimenti.
Proprio perché cresco edita da La Meridiana che, con queste edizioni, rispondeva anche alla richiesta di persone come Luca Errani e sua figlia Chiara, dell’Associazione Arca-Arcobaleno, di «fare in modo che anche le persone con disabilità potessero provare, e soddisfare, il piacere della lettura». Libri pensati per un pubblico giovane-adulto che aveva meno scelta di quello infantile nel settore degli INBook. Grandi classici, liberi dai diritti come Il diario di Anna Frank o Dracula (per ultimo Giacomo di cristallo di Rodari, i cui eredi hanno espressamente concesso i diritti considerata l’utilità dell’operazione editoriale), semplificati con il metodo della scrittura easy to read e tradotti nei simboli della comunicazione aumentativa alternativa dai lavoratori con disabilità della cooperativa.
Gli INBook hanno rivelato il pregio di funzionare bene anche con i tanti alunni ai primi passi con l’italiano. Rivelando un H, dunque, che non solo parla ma agisce e promuove diritti e libertà per tutti.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 154, 2021
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