Secondo la Costituzione italiana i diritti e i doveri non conoscono diversità di sesso, religione, appartenenza politica e condizione sociale. Chi immaginò e lavorò per porre a fondamento della nostra vita comunitaria questi paletti irremovibili e lungimiranti, sapeva di certo che segnava i percorsi delle persone tutte che, in quanto profondamente diverse le une dalle altre, avrebbero dovuto avere fondamenta certe per agire pienamente il loro diritto (e dovere) di cittadinanza. Aggrappandoci a questo principio e provando ad esplicitarlo anche nel mondo della cultura, abbiamo dato vita al progetto Lettori alla Pari, lo abbiamo candidato a un bando pubblico della Regione Puglia – che finanziava festival, attività di spettacolo e culturali con l’obiettivo dell’inclusione – lo abbiamo vinto e abbiamo cominciato a realizzarlo con l’idea di un progetto di welfare culturale che ribaltasse le logiche pubbliche e mettesse al centro di ogni politica culturale la differenza come processo di inclusione per tutti.
Di mestiere faccio l’editore. Che significa che pubblico libri. La casa editrice che dirigo, le Edizioni La Meridiana, è nata alla fine degli anni Ottanta in un lembo del Paese, la Puglia, e in un fazzoletto della provincia di Bari dove l’esperienza di un vescovo conciliare come don Tonino Bello ci ha portato a crescere e impegnarci nell’idea che il Samaritano a cui guardare è quello dell’ora prima, quello cioè che agisce socialmente e culturalmente perché le condizioni di diaspora sociale e di permanente difficoltà e disparità tra le persone siano ‘rimosse’. Rimuovere: per la Costituzione, lo Stato deve rimuovere le condizioni che creano disuguaglianza. In quegli anni siamo cresciuti nell’idea che anche la cultura abbia il compito di agire questa rimozione. E che farlo sia azione di ogni cittadino in quanto parte della comunità che è lo Stato.
Nel catalogo delle nostre edizioni da alcuni anni ci occupiamo di lettura e libri accessibili. Abbiamo cominciato nella collana Parimenti… proprio perché cresco a pubblicare classici (il Diario di Anna Frank, Dracula, Giacomo di Cristallo e altre storie, A Said piaceva il mare, e presto in uscita La favola di Natale) usando la traduzione in simboli, secondo il modello Inbook
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Editare per noi significa anche accompagnare il libro perché i lettori lo trovino. Negli anni abbiamo scoperto che il sistema editoriale è volto più al consumo del prodotto e non all’idea che il libro e la lettura siano un bene da rendere comune e che, rispetto ai libri accessibili e alla loro introduzione nel mercato, la filiera editoriale opera una vera e propria apartheid. Per le librerie i libri accessibili sono un genere che non si vende. I giornali culturali li ritengono prodotti di nicchia, destinati a categorie che non generano attenzione di massa.
Tenere al centro il libro nella promozione culturale significa accettare la logica che la cultura sia un prodotto di consumo e non un processo di inclusione e cittadinanza. Ribaltare questa logica, mettendo al centro il lettori e non il libro, è il primo passaggio che ci ha portato a immaginare Lettori alla pari. Consentire a ogni persona di poter leggere significa prendere atto che ognuno può accedere in autonomia alla lettura di un testo in modi differenti, a seconda della propria abilità fisica e mentale, se solo gli viene data la possibilità di farlo. L’accessibilità alla lettura è enzima di democrazia e partecipazione, di pari opportunità e dignità.
Il progetto ha il fine di promuovere, stimolare e far conoscere un’editoria di qualità già attenta e orientata alla pubblicazione di libri accessibili, e di irrobustire nel territorio della Regione Puglia una rete di competenze specifiche sulla lettura accessibile connettendo biblioteche pubbliche, private, scolastiche, associazioni, librerie. Destinatari delle diverse attività in programma sono tutti coloro che hanno voglia di leggere e far leggere: bambini, genitori, insegnanti, librai, autori, illustratori, bibliotecari, docenti di sostegno, educatori ma anche amministratori e decisori pubblici. Protagonisti alla pari del progetto sono i lettori con disabilità, chiamati in prima persona a collaborare per la costruzione di un progetto affine alle loro esigenze.
Il primo momento del progetto, la Fiera Lettori alla pari, si è svolta a Terlizzi nello spazio del Mat Laboratorio urbano. Rendere questo spazio accessibile -andando oltre il criterio di accessibilità garantito nel momento della ristrutturazione che ha previsto, secondo le norme, rampe e scivoli – ci ha portato a immaginare una segnaletica che consentisse a persone sorde e ipovedenti di potersi muovere autonomamente negli spazi della Fiera. Per rendere accessibile e inclusiva la Fiera abbiamo messo in campo servizi di traduzione con il linguaggio dei segni o con le sottotitolazioni e spettacoli teatrali accessibili in cui gli attori usano la Lis, battute semplificate, sottotitolazioni e coinvolgono il pubblico lasciandosi toccare e interagendo con i presenti. Abbiamo immaginato presentazioni di libri non solo fatte di dialoghi tra autore e presentatore ma anche di immagini.
Abbiamo ripensato la cultura perché sia un processo che attivi le persone rendendole protagoniste di cambiamento. Se il nostro sguardo sul mondo dipende da come guardiamo il mondo, immaginare, capire e sperimentare che ci sono persone che il mondo lo vedono con altri sensi, cambia la prospettiva di lavoro e migliora l’approccio.
Un anno fa Lettori alla pari era un formulario inviato a un bando. Oggi è già un processo avviato che si può raccontare attraverso i video, le pagine, il materiale che stiamo raccogliendo e il programma di formazione che è partito e che coinvolgerà genitori, insegnanti, decisori pubblici. Ed è un processo nel quale, come casa editrice, abbiamo scelto la strada di includere e dare spazio alle realtà che, intorno alle singole condizioni di diversità, costruiscono già i loro percorsi di inclusione.
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