Affidiamo alle parole del padre il ricordo del nostro amico Gennaro Gagliotta, morto a Napoli il 2 settembre 2020.
Caro Gennarino la tua nascita è stata la felicità immensa che può donare un figlio, ma, come in tutta la nostra vita, tu sei stato di più! Sin dal principio hai portato grandi cambiamenti, come quando sul mio cammino ho fatto la conoscenza del professor Federico Marsico, il tuo cardiologo. Da subito gli ho chiesto di farmi assumere nell’ambito ospedaliero, non per garantirmi uno stipendio fisso – allora avevo un lavoro redditizio anche se incerto – ma soprattutto per garantire la mia presenza e sostenerti nelle tante cure di cui avevi bisogno. Fu proprio il professore a decidere le tue operazioni in Sudafrica nel ’73 e a Boston nell’ 82. Lì abbiamo conosciuto persone meravigliose che si sono umilmente messe al tuo servizio, ed erano l’eccellenza della cardiochirurgia. La tua schiettezza, la semplicità, l’amore per la vita e per gli altri ci hanno travolti e portati ad incontrare altre stelle luminose come te e tanti nuovi amici. Più di 30 anni fa incominciammo la bella esperienza in Fede e Luce, dove abbiamo conosciuto amicizia, condivisione e fede. La tua voglia di imparare, conoscere cose nuove ti ha portato all’Istituto Antoniano dove tanti operatori ti hanno formato professionalmente. Tutte persone meravigliose: li ringrazio tutti, ma in particolare voglio abbracciare forte Nicola e fare un galante baciamano a Luisa come avresti fatto tu.
Con i tuoi modi, la tua presenza, la tua semplicità hai spiazzato sempre tutti. La chiesa di Piedigrotta è sempre stata la tua casa: ogni parroco, ogni prete, ogni sacrestano ti hanno accolto fino ad oggi, Gennarino mio! Tutti gli anni aspettavi la festa di Piedigrotta, dove facevi volare gli uccellini. Aspettavi con ansia la Serenata alla Madonna dove c’erano le tue canzoni preferite che suonavi e cantavi tutto l’anno. E questa chiesa è stata anche la casa del compare Antonio, detto “O Madonnaro” che tenendoti per mano ti ha portato nelle tante chiese di Napoli e dall’amato San Gennaro. Tutti, proprio tutti – Gennarino mio! – abbiamo avuto l’onore, il privilegio di toccare con mano l’amore vero, quello puro, incondizionato. Fortunatamente non siamo mai rimasti soli. Molti di quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerti ti stanno dicendo grazie perché a te devono tanto materialmente e spiritualmente. Con questa lettera ti ho voluto omaggiare per le tante cose che ci hai donato, quelle che ogni giorno ci ripetevamo durante quei discorsi nei quali spesso con la tua intelligenza e determinazione mi sfidavi, e vincevi sempre! Io non smetterò di parlare di te, 52 anni sono tanti e intensi per poterli racchiudere in una sola lettera. Ed è per questo che la tua mamma e io ti porteremo come esempio di Vita.
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