Non capiterà molte altre volte di vedere un film i cui titoli di testa sono scritti in braille e letti dalla voce di un assistente vocale. È proprio così che inizia Il cieco che non voleva vedere Titanic, inteso come il celebre film di James Cameron. Poi vediamo una corsa, perché il protagonista Jaakko corre ogni mattina, nei suoi sogni: non può farlo davvero poiché ha la distrofia muscolare. Cieco, su una sedia a rotelle, Petri passa quasi tutte le sue giornate in casa. Al telefono con la sua amica Sirpa, della quale sembra innamorato, racconta della sua ampia collezione di film che ancora tiene in casa, risalenti a quando era in grado di vedere: il dvd di Titanic è ancora incellofanato, non lo ha mai voluto vedere.
Jaakko ha spesso bisogno di assistenza ma si sforza di essere indipendente, tanto che decide di andare a trovare Sirpa organizzandosi da solo, senza alcun accompagnatore. L’avventura romantica si colora di tinte fosche perché la fiducia che Jaakko ripone nel prossimo non è sempre ben riposta, neppure in Finlandia (dove, per inciso, può capitare anche che gli ascensori delle stazioni ferroviarie siano rotti).
Il regista Teemu Nikki ha scritto questo film appositamente per farlo recitare al suo amico Petri Poikolainen, che è nelle stesse condizioni del personaggio che interpreta: è davvero cieco, usa davvero una sedia a rotelle, ma recita un personaggio scritto in una sceneggiatura di finzione. Lo fa meglio di come potrebbe farlo chiunque altro, unendo la sua esperienza personale alle doti recitative che teneva molto a mostrare. Il rispetto del regista per la sua cecità è dato dalla scelta di inquadrare sempre e solo lui, perlopiù limitandosi al suo volto. Tutto ciò che gli sta attorno è sfumato o resta fuori campo. Quando non può ottenere informazioni importanti sull’ambiente attorno a lui, viviamo anche noi la stessa situazione e non ricaviamo mai indicazioni aggiuntive a quelle sonore. Insomma, dato non può vedere ciò che è intorno a lui, sarebbe scorretto dare a noi spettatori il privilegio di osservare il mondo circostante; invece restiamo sempre con lui, rivolti verso di lui. Non possiamo spingerlo, non possiamo aiutarlo, ma Jaakko/Petri forse preferirebbe così: vuole vivere un’avventura simile a quella dei film che tanto bene ricorda e non perde mai la speranza di portare a compimento la sua missione neppure quando si complica. Il film ha vinto il Premio degli spettatori – Armani beauty della nuova sezione Orizzonti Extra della Mostra di Venezia, assegnato per la prima volta.
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