Domenica è non star soli
La Parola di Dio «è l’antidoto alla paura di restare soli di fronte alla vita… ci ricorda che siamo nel suo cuore, preziosi ai suoi occhi, custoditi nelle palme delle sue mani». Grazie mille #fedeeluce #viciniadistanza! Ho avuto l’occasione di partecipare alla messa in San Pietro nella Domenica della Parola di Dio. Nonostante una sveglia decisamente anticipata rispetto alle abitudini e una pioggia torrenziale, insieme ad Angela Gattulli siamo andate in San Pietro preparate a pregare per tutte le nostre comunità.
Peccato che il Papa non abbia potuto presiedere la messa proprio all’ultimo… Ma le parole della sua omelia, lette da Fisichella, mi aiutano a ricordare che non devo aver paura di restare sola. Condivido con voi amici questo ricordo, insieme alla foto che ci siamo fatte con Pierfrancesco Favino, anche lui tra i fedeli, una bella sorpresa! E grazie anche alla mia comunità parrocchiale dei SS. Cirillo e Metodio, don Simone prima di tutto, per il percorso di preparazione come catechista che mi sta facendo fare. Avete mai pensato di lasciare andare la vela e farvi guidare dal vento dello Spirito Santo? È quello che ultimamente faccio io.
Da un po’ di tempo ho iniziato una collaborazione con l’associazione Filoastra. La collaborazione prevede un progetto di inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Per noi persone con disabilità è più difficile delle persone cosiddette normali… in realtà lo sappiamo tutti che la differenza è che il nostro problema si vede è quello degli altri no. Anche se non cambierà, l’unica cosa che speriamo, io e Marco Colangione, è che cambi il modo di vedere il mondo della disabilità.
Antonietta Pantone
Ricordare Insieme
Che bello rileggere il bollettino Insieme! E ricordare Madre Anna Maria Pantanella… Tutti l’hanno chiamata «la Nonna»: dall’inizio di Fede e Luce quando accoglieva i gruppi a via Cola di Rienzo 140 e partecipava alle messe movimentate dei ragazzi. Non solo a Fede e Luce, gli alunni la chiamavano pure in questo modo. Mi ricordo aver visto un giovane ex-alunno correrle incontro e abbracciarla chiamandola «Nonna!». Lo stesso ex alunno, da studente di medicina mi ha chiamato al telefono mentre mi trovavo in Calabria per dirmi: «È morta la nonna! Come facciamo?». Bisogna dire che la personalità di Madre Pantanella invitava a chiamarla così. Era una persona autentica, calda, piena di umanità: ti poteva dare un ceffone come un abbraccio, ma il suo cuore era presente nei due casi… Quest’umanità così ricca rivelava la presenza di Dio anche a chi non credeva. Gesù di Nazareth è stato uomo fino in fondo. E la sua umanità è il cammino che ci conduce al Padre. E la Nonna parlava di Lui con tutto il suo essere.
Tana Pelagallo
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 153, 2021
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