Io sono molto brava a fare gol. Gioco nella As Roma. Per questo mi hanno convocata a Trigoria per allenarmi. Per prima cosa ho fatto colazione. Un bel cappuccino con il cornetto. Tutto molto buono.
Io mi sono dovuta mettere tutte le cose della Roma perché noi giocatori dobbiamo vestirci tutti uguali per far contenti quelli della Roma. Quando iniziamo a giocare a settembre ci danno tanta roba: tante magliette con le maniche lunghe e corte, tute, pantaloncini, calzoncini corti che non mi piacciono proprio e pure due giacconi pesanti per il freddo. Pure le borse. Io non so che farci con tutte quelle cose.
A Trigoria ho parlato di come gioco io. Ci hanno portati in una stanza con tante luci dove fanno la televisione. C’era un microfono grande e strano. Alto. Mi hanno chiesto se volevo dire qualcosa nel microfono e io ho detto: «Buongiorno a tutti!». Non sapevo che dire. Ma ho pensato dentro di me: «Che lusso!!». Poi mi hanno chiesto se volevo sedermi dove i giocatori parlano con i giornalisti. C’è un grande tavolo con poltrone strane. Si chiama stanza dove si fa la conferenza stampa, mi hanno detto. Io mi sono seduta molto volentieri. Poi ho visto pure una bellissima piscina. Quando fa caldo io ci farei il bagno anche se forse avrei un po’ di paura a entrarci. Meglio il mare.
Ho detto a tutti che sono amica di Stephan El Shaarawy e che una volta, proprio a Trigoria, mentre giocavamo è entrato in campo Francesco Totti per salutarci e farci una sorpresa ma ci ha rovinato la partita perché poi non abbiamo più giocato perché volevano farsi la foto con lui. Ma poi Totti e Daniele De Rossi mi hanno poi mandato un video per salutarmi. Poi ho saputo che non gioca più a Trigoria il mio amico Kolarov: lui mi ha tenuta per mano quando sono entrata in campo allo stadio Olimpico con i giocatori. Era preoccupato perché io mi mettevo sempre a posto la scarpa e lui pensava che avevo qualche problema. Invece no.
A Trigoria ho parlato con Chris Smalling che è alto e ha i capelli molto molto particolari, con una specie di treccine. Gli ho detto: «A bello, ti amo!». E lui mi ha risposto ridendo tanto e con un applauso. Purtroppo non ci possiamo abbracciare perché c’è il virus.
Niccolò Zaniolo invece mi ha regalato la sua maglietta che ha il numero 22. E sul numero ci ha scritto la sua firma e “a Benedetta con affetto”. La maglietta di Niccolò mi sta lunghissima, mi arriva quasi fino ai piedi. Sembra un vestito per andare in spiaggia. Ma ha le maniche lunghe. È molto bella e colorata ma è inutile. E poi ci ha scritto pure sopra. Io non scrivo sulle magliette perché sennò si rovinano. Lui si è fatto male al ginocchio e purtroppo ora non può più giocare. A me dispiace e spero guarisca presto. Però non ha la sedia a rotelle e neppure le stampelle. Forse guarisce molto presto. Fa tanti esercizi e tanti massaggi. Speriamo che il suo dottore sia bravo. Noi poi abbiamo fatto una partita e io ho fatto 7 gol. Mica pochi, eh!
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 153, 2021
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