Ci troviamo nei sotterranei di New York, nelle gallerie non utilizzate che fanno parte del sistema della metropolitana. Una bambina di cinque anni che viene chiamata semplicemente Little vive lì da sempre con la madre, circondata da altri senzatetto che si sono creati una casa in quel luogo lontano dagli occhi altrui e dalla luce del sole. Non solo Little ha sempre vissuto lì: praticamente non ne è mai uscita. La madre l’ha convinta che in superficie si possa salire soltanto se si hanno le ali; la bambina attende che le ali spuntino e nel frattempo il suo intero universo conosciuto è sottoterra. Questa esistenza apparentemente immutabile non può durare per sempre: arriva il momento dello sgombero e la madre di Little decide di scappare prima che i servizi sociali la blocchino, perché vuole continuare a badare alla sua bambina in completa e folle autonomia.
Inizia così un’avventura notturna dalle vaghe venature horror, perché è puro orrore quello di Little: non ha mai visto una folla, non è abituata alle potenti luci artificiali essendo cresciuta praticamente come una talpa, nella semi oscurità in cui è avvolto l’inizio del film. Ed è un orrore anche quello che vive la madre, il cui amore per la figlia rischia di sfociare nell’egoismo di costringerla a una vita senza prospettive.
Un po’ sguardo infantile, un po’ sguardo materno, un po’ favola urbana e un po’ dramma sociale, tanto buio e poi tanta luce; Topside è un film che cambia spesso pelle, un esordio da ricordare da parte di Celine Held (che ne è anche interprete) e Logan George, giovane coppia del cinema indipendente da tenere d’occhio.
Gli altri film di Venezia 77:
Oaza di Ivan Ikić
Listen di Ana Rocha de Sousa
The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania
Final Account di Luke Holland
The Best Is Yet To Come di Wang Jing