6 Marzo 2020

Riflessioni in redazione: il coronavirus ci sta dando un’idea di cosa sia un quotidiano complicato e ridimensionato nelle relazioni che normalmente scandiscono la nostra vita, con e negli ambienti lavorativi, scolastici, amicali, aggregativi. Quelle complicazioni che affronta, in diversa misura ogni giorno, una persona con disabilità, considerando che ciò che determina la disabilità è anche la possibilità di relazionarsi con l’ambiente in cui si è inseriti. Dovremmo far tesoro di questa esperienza per ricordare che, in tempi normali, tanto si può fare per modificare positivamente le società in cui viviamo. E render la vita meno disabile (e meno deserta di opportunità) per tanti. Ma che disagi comporta la diffusione del virus nella vita delle persone con disabilità mentale o fisica, e delle loro famiglie? Due sguardi complementari ci arrivano sul tema: uno da Flora Atlante (foto sopra) che vive in una delle zone italiane dove l’allerta è molto alta. L’altro da Veronica De Felice che da Roma ci manifesta chiara e netta la fatica di non potersi salutare, come sempre, tra vecchi amici. Soprattutto se c’è da augurare buon compleanno.

E intanto in redazione la riflessione si è fatta dibattito davanti a una realtà oggettivamente e soggettivamente molto variegata. Tra comprensibili preoccupazioni, isterismi pericolosi e scelte singolari. Intanto ci affidiamo a chi la materia la conosce davvero.

La scelta di dove porsi – È una densa riflessione su adolescenza, identità e disabilità l’articolo di Laura Coccia – classe 1986, politica, storica e atleta italiana con tetraparesi spastica – pubblicato sull’Osservatore Romano.

Laura Coccia

Analizzando il percorso di accettazione di sé e del proprio fisico, che si fa impervio per tutti durante l’adolescenza, tra gli altri aspetti trattati (sport, sguardi, domande) Coccia si sofferma sull’aut aut che il giovane con disabilità si trova davanti: quando arriva il momento di scegliere se «rimanere relegato in un angolo a osservare la vita degli altri o vivere insieme agli altri. La scelta non è banale perché quell’angolo può sembrare la soluzione più semplice e comoda, un luogo dal quale osservare la vita degli altri senza essere visti, senza mettersi in gioco, senza correre il rischio di essere sottoposti alle domande curiose di chi vorrebbe sapere qualcosa in più, conoscere, senza pregiudizi».


Sconcerto, dolore e vicinanza alle vittime – Un comunicato molto sofferto è stato emanato il 22 febbraio 2020 dall’Arca internazionale, per commentare i risultati di un’inchiesta durata anni che, tra le altre cose, ha accertato gravi responsabilità di Jean Vanier nei confronti di sei donne senza disabilità di cui era l’accompagnatore spirituale. Esprimendo profonda vicinanza alle vittime, il comunicato condanna senza riserve queste azioni «in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva» e con «i principi fondamentali delle nostre comunità». Seppur sgomente, addolorate e con molte questioni da affrontare, sia l’Arca che Fede e Luce continuano salde nel loro impegno per realizzare società più umane e inclusive.


Il blog di Benedetta

Benedetta e il pupazzo di neve

Anche quest’anno sono riuscita a non andare sulla neve

Io sulla neve non ci voglio andare. Non mi piace. Sono stata tante volte a sciare. Lì è tutto molto bello. Vado a Andalo, vicino a casa di mia zia e delle mie cugine in Trentino.  Continua a leggere…


Vicini a distanza hashtag

Vita Fede e Luce

Fino al 15 marzo, tutte le attività comunitarie sono sospese su decisione del CdA dell’Associazione per adeguarsi al provvedimento del Consiglio dei Ministri in merito alle misure cautelative per frenare il coronavirus. È tanto il dispiacere di non vedersi ma possiamo comunque sentirci vicini a distanza condividendo racconti, disegni, pensieri, video. Usa l’hashtag #ViciniADistanza e postalo sui nostri canali social!

Liliana Ghiringhelli ha raccontato sul sito di Fede e Luce il viaggio in Galilea insieme a Angela Grassi e don Mauro Santoro, dove, a seguito di due giornate di formazione, sta per nascere la prima comunità di Nazareth.

Il 21 e il 22 marzo a Gazzada di Varese si terrà un’importante formazione dei responsabili e delle equipe di comunità di tutta la provincia Un Fiume di Pace.

È iniziata ufficialmente la Quaresima: questo è l’augurio di un buon cammino spirituale che ci ha mandato Angela Grassi, vice-coordinatrice internazionale.

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Newsletter n. 11 – La fatica di non potersi salutare ultima modifica: 2020-03-06T08:42:58+00:00 da Redazione

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