Quale immagine di Dio diamo nelle nostre comunità cristiane? È il confronto con questa domanda che anima la riflessione del Manuale in dieci passi scritto da don Stefano Buttinoni. Se crediamo davvero che Gesù sia venuto tra noi per farci conoscere il Padre e che per descrivere il suo Regno abbia usato immagini come quella del banchetto aperto ai più emarginati dell’epoca, dovremmo trarre delle conseguenze ben precise per le linee che orientano i nostri comportamenti. Dobbiamo riconoscere che non sempre è così, sia nelle nostre comunità parrocchiali che nei nostri cuori. Ma lungi dal voler giudicare o scoraggiare, Buttinoni avvia un cammino nel quale confrontarci con noi stessi e con gli altri per realizzare quel Regno che ci è stato annunciato. Un cammino di dieci passi, dieci azioni che mirano ad aprire il cuore di ogni comunità cristiana all’incontro, in questo caso, con la disabilità. Buttinoni sceglie di dedicarsi a questa esperienza, potenzialmente emarginante, perché è quella che la vita gli ha messo accanto e dalla quale ha scelto di lasciarsi accompagnare, come fratello minore di Roberto, una persona con disabilità. E perché è quella che più interroga sulla condizione dell’uomo e sull’immagine che abbiamo della perfezione di Dio. I tanti incontri successivi scaturiti da questo, soprattutto quello con Jean Vanier e i movimenti da lui fondati – l’Arca e Fede e Luce -, hanno fatto maturare nel sacerdote la necessità di un altro punto di vista da cui guardare Dio e da cui proporlo. Ricercando approcci teologici che rendessero Dio comprensibile nella realtà in cui viviamo e aprirla così alla speranza. Non a caso Buttinoni propone una teologia dalla disabilità e non della disabilità. Nel tessuto del libro si intrecciano un ordito di riferimenti evangelici ben chiari e una trama della sua lunga esperienza con varie realtà aggregative (Scout Agesci, Unitalsi, Caritas…) e degli insegnamenti di maestri come Jean Vanier. I tanti episodi citati, positivi e negativi, danno concretezza alle sue parole. Dieci passi segnati dall’accorgersi di un’assenza, all’invito, al prendersi carico… via via arrivando all’appartenenza e alla reciprocità in cui ognuno, parte di quell’unico corpo descritto da san Paolo, gioisce e soffre insieme a ogni sua singola parte.
Il libro per ora è auto prodotto ma ha trovato un editore che speriamo riuscirà a dargli quel che – da un punto di vista soprattutto formale – resta ancora suscettibile di miglioramento. Non si può accusare l’autore di scarsa coerenza in questo, avendo messo subito in pratica uno dei primi suggerimenti: l’importante è cominciare a camminare, anche se non tutto è pianificato nei minimi dettagli.
Questo libro è autoprodotto e disponibile solo su Amazon.
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