La caponata di melanzane che propongo è unica: questa ricetta non la troverete in rete perché non è la classica, più nota, siciliana e nemmeno la calabrese. È la caponata di mia mamma, Celli, che l’aveva imparata da mia nonna, sua suocera, Anna.

Celli, nata a Fiume nel 1927 e cresciuta a polenta, crauti, gulash, kifeletti e strudel, dopo una rocambolesca fuga, come quella di tanti altri italiani d’Istria, ripara a Roma, dove conosce e poi sposa un giovane calabrese, della leva del 1916, Pietro, figlio di Anna che, sposatasi prestissimo e di famiglia all’epoca abbiente, aveva avuto come mentore un cuoco che oggi definiremmo “stellato” che le aveva trasmesso tutti i segreti e trucchi dell’arte culinaria.

Immaginate la mia povera mamma con una suocera che spaziava senza difficoltà dal salato al dolce, con una maestria incredibile, ancora oggi ricordata nei racconti di famiglia!

In verità Celli non si è minimamente scoraggiata: non solo ha imparato dalla nonna Anna tanti trucchetti, ha addirittura sostituito la sua cucina “nordica” con quella calabrese della suocera, a suo giudizio molto più buona! Insomma una caponata che unisce tutta l’Italia, dalle Alpi alle Piramidi!

Caponata Celli ricetta

Ingredienti:

  • 4 Melanzane zuccherine, per intenderci quelle viola e tonde
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • Salsa di pomodoro fresco
  • Un pugno di capperi sottosale, quelli piccoli delle isole Eolie
  • Basilico
  • Aceto
  • Zucchero
  • Olio di semi per friggere
  • Olio di oliva per la salsa di pomodoro

 

Procedimento:
Dovete sbucciare le melanzane e dividerle ciascuna in 4 parti; su ognuna di queste, bisogna praticare in senso verticale dei tagli senza però arrivare alla fine del quarto, cambiare verso e tagliare a fette non grosse ma neanche molto sottili: per capirci, la fetta deve sembrare una mano con le dita. Mettete le fette in uno scolapasta e salatele per fare perdere l’acqua. Ripetete per tutte le melanzane: se volete, potete metterci un peso di sopra, per farle scolare più velocemente. Lasciate riposare il tutto per più ore. Quando le melanzane hanno perso l’acqua, friggetele poco alla volta in abbondante olio di semi.

Mettete i capperi nell’acqua per far perdere il sale e sciacquateli più volte in uno scolabrodo. Preparate, poi, la salsa di pomodoro, la cui quantità dipende chiaramente dalla quantità di melanzane fritte; in una padella larga tritate la cipolla e soffriggetela nell’olio d’oliva, aggiungete i pomodori freschi maturi, dopo averli passati, e fateli cucinare. Aggiungete il basilico, i capperi e salate ma non troppo perché i capperi lo sono già abbastanza. A questo punto, per l’agrodolce, aggiungete, nella salsa, un bel cucchiaio di zucchero e mezzo bicchiere di aceto bianco e infine mescolate. Alzate la fiamma per fare evaporare l’aceto e assaggiate per capire se manca qualcosa. A questo punto aggiungete le melanzane, mischiate bene e lasciate insaporire per qualche minuto.
La caponata è pronta ma non bisogna assolutamente mangiarla subito, deve prima riposare. Più riposa nel frigorifero, più è buona. Mangiatela preferibilmente il giorno dopo averla cucinata e, mi raccomando, fredda!

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La caponata di Celli che unisce l’Italia ultima modifica: 2020-03-31T15:56:36+00:00 da Giuliana Siclari

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