Ci sono storie capaci di spalancarci davanti mondi inimmaginabili, come fa lo strepitoso diario di John M. Hull (1935-2015), appena ripubblicato da Adelphi, in cui il teologo australiano ripercorre la sua lenta discesa verso la cecità totale a quarant’anni. Nei tanti punti affrontati da Hull (dai gesti quotidiani al linguaggio tarato sulle immagini visive), v’è l’esperienza di una persona che, oltrepassando il confine tra mondo dei vedenti e mondo dei non vedenti, vive la totale trasformazione di sé, della sua storia e delle sue relazioni, arrivando a una nuova comprensione di cosa una persona sia. È un percorso affrontato con sofferenza, ironia e socievolezza quello di Hull, e della sua famiglia (meravigliose le pagine finali scritte dalla moglie).
“Man mano che passa il tempo, non mi vedo più tanto come cieco – cosa che mi farebbe apparire menomato rispetto alle persone che vedono – ma come vedente-con-tutto-il-corpo. Un cieco è semplicemente una persona la cui funzione della vista è trasferita all’intero corpo, e non più circoscritta a un organo specifico”. E se la cecità è uno stato, come quello di chi è giovane, vecchio, maschio o femmina (“e insieme a essi costituisce uno degli ordini naturali dell’esistenza”), il problema è come far entrare in contatto questi stati: il tribalismo e la chiusura mentale delle persone, infatti, rendono difficile per una categoria comprenderne un’altra. “Il mondo della cecità è piccolo, autentico e auto-sufficiente, eppure – conclude Hull – è circondato e contenuto in un mondo più grande, il mondo dei vedenti. Come farà il piccolo a comprendere il grande senza provare gelosia, e come farà il grande a capire il piccolo senza provare pietà?”.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 150, 2020
SOMMARIO
Editoriale
E sono 150! di Cristina Tersigni
Focus: Piccolo e grande schermo
La varietà in cui viviamo di Giulia Galeotti
Interpreti di se stessi di Giulia Galeotti
Give Me Liberty di Claudio Cinus
Years and Years di Matteo Cinti
Quando ha recitato sottovento di Daniele Cogliandro
Due fratelli e la brigata inglese di Giulia Galeotti
...e per approfindire, c'è il nostro speciale Cinema e disabilità.
Intervista
Corrispondenze (e zoomate) dalla Russia di Cristina Tersigni
Testimonianze
Una piccola malga di Lucina Spaccia
Dall'archivio
Abitare la speranza di Mariangela Bertolini
Associazioni
Risposte concrete per bisogni concreti di Enrica Riera
Fede e Luce
Vicini a distanza di Angela Grassi
Spettacoli
La sfida di rileggere le scene del cinema di Matteo Cinti
Rubriche
Dialogo Aperto n. 150
Vita Fede e Luce n. 150
Libri
Il dono oscuro di John M. Hull
I bambini sono speranza di Papa Francesco
Diversi di Gian Antonio Stella
Tempo di imparare di Valeria Parrella
Diari
La differenza tra Shakespeare e Insinna di Benedetta Mattei
Come sono cambiato in questi anni di Giovanni Grossi