Poterti dire grazie
Caro Jean, ho perso ancora una volta un papà, un padre, una guida. Sapevo sarebbe successo ma ora è vero. È vero come le tue parole, i tuoi silenzi, il tuo amore per i piccoli. Il tuo farti piccolo dalla tua grande statura. Devo, dobbiamo molto alla tua vita: le nostre comunità dell’Arca di Fede e Luce, i nostri incontri, i pellegrinaggi, i momenti di formazione, la mia famiglia, il mio incontro con Gesù non ci sarebbero se non ti avessi incontrato. Piango un po’ ma rendo grazie a Dio per il dono della tua immensa vita. Hai lasciato un’impronta indelebile nel mondo e nel cuore di ognuno di noi. Da quando ho letto quel piccolo libretto: Paura di amare, hai modellato la mia vita. Ho avuto la grazia di entrare nella comunità di Fede e Luce di Rho e poi di vivere per circa due anni nella comunità dell’Arca il “Chicco” dove insieme al nostro caro amico Armando abbiamo potuto accoglierti in casa, nel focolare con Lulù, Silvia, Paolo e Fabio: ridevi, scherzavi, cantavi, lavavi i piatti con noi hai condiviso ogni gesto quotidiano. Ad un certo punto mi hai detto: «Si sta bene qui, mi sento a casa… i ragazzi sono sereni ed eleganti…». Mi vengono in mente mille momenti, mille frasi, mille ricordi ma in particolare voglio raccontarvi di quando hai preso il mio viso tra le tue grandi e delicate mani e mi hai detto: «non aver paura di condividere con gli altri la tua fragilità, come fanno i nostri ragazzi e così vivrai relazioni vere, una reale amicizia». Ti ringrazio Signore Padre del cielo e della terra perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Grazie Jean, ti immagino in un immenso giardino apparecchiato con tovaglie colorate con indosso il tuo Pincio, il basco rosso, a far festa seduto vicino alla Samaritana.
— Paola Minone (e famiglia)
Da ricevere e condividere
LBella, bellissima la newsletter di Ombre e Luci! È stato bello e nuovo scoprire il blog di Benedetta, mi ha colpito molto la sua scrittura fresca e gioiosa. Mentre leggo le sue storie ho l’impressione di averla vicino e sentirla raccontare. Mi piace molto anche la grafica, pulita ed elegante. Il testo è scorrevole, i contenuti interessanti, di tanto in tanto alcuni link di stimolo e approfondimento. È un piacere riceverla e condividerla, grazie!
— La comunità Mano nella Mano
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 148, 2019
SOMMARIO
Editoriale
Sconvolti e trasformati di Cristina Tersigni
Focus: L'incontro con la disabilità
La mia caduta da cavallo di Annick Donelli
Quegli anni tra Boston e Chicago di Luca Badetti
Tenera e magnetica di Serena Sillitto
Vittorio e la zia Minni di Maria Novella Pulieri
Intervista
Unica nel suo genere di Cristina Tersigni
Testimonianze
Lo sguardo sulla persona con disabilità di Nicla Bettazzi
Dall'archivio
Per la prima volta lontano da me di Rita Ozzimo
Associazioni
Una breccia nel muro di Cristina Tersigni
Fede e Luce
Chiamare per nome la paura della Comunità Edelweiss
Spettacoli
Non tutto è buio di Claudio Cinus
Rubriche
Dialogo Aperto n. 148
Vita Fede e Luce n. 148
Libri
La straniera di Claudia Durastanti
Who Is My Neighbor? di Amy-Jill Levine e Sandy Eisenberg Sasso
Vite straordinarie 2 di Superabile INAIL
Con occhi di padre di Igor Salamone
Diari
In curva sud di Benedetta Mattei
Mio cugino Paolo di Giovanni Grossi