La formazione che ci fa muovere
Da tempo il consiglio provinciale desiderava un weekend di formazione e a fine marzo, finalmente, lo abbiamo realizzato. Presenti i responsabili di Piemonte, Veneto e Lombardia. Mancavano purtroppo i responsabili della Galilea (in Israele chi insegna non si può allontanare dal Paese fino a Luglio). Porteremo questa formazione andandoci. La figura di Pietro ci ha introdotto alla responsabilità con una performance teatrale di Sergio tratta da ‘’Il Mio Nome è Pietro’’ e nella Veglia abbiamo potuto ricordare la nostra chiamata in Fede e Luce. Pietro ci ha condotto anche il Sabato, sotto la guida di Don Mauro. Ci siamo poi affidati a dei testimoni d’eccellenza, Raul, il nostro coord. internazionale, e Jean Vanier, per avviare i gruppi di scambio. Al cuore la chiamata di Gesù per ciascuno di noi, alla responsabilità per servire. Ma farsi Servo per amore richiede un lavoro su di sè, di attaccamento a Gesù. La chiamata alla responsabilità è una chiamata alla felicità, che ci rende uomini e donne migliori.
Gli scambi, la conoscenza reciproca, i racconti si sono snodati nelle giornate. Domenica, Angela Grassi ci ha condotto magistralmente ad approfondire la Carta, le nostre radici. La gioia di aver accettato questa sfida era palpabile, sia tra i partecipanti che tra gli organizzatori. Questa formazione ci farà muovere veramente.
Una nota va data per il luogo, “Da vicino nessuno è normale”, ex manicomio convertito dalla Cooperativa Olinda. Antonio ci ha parlato di questa storia e della bella testimonianza sulla salute mentale.
— Liliana Ghiringhelli
Giovani
Ad Aprile noi giovani abbiamo avuto una giornata di formazione insieme, ospiti della comunità romana di S. Gregorio. Sebbene faccia parte di Fede e Luce da otto anni non ho mai saputo spiegare nel modo giusto cos’è davvero: era difficile spiegarlo e lo è tutt’ora. La formazione giovani mi ha fatto capire l’importanza di questo enorme gruppo di condivisione, quanto possano aver bisogno i ragazzi di noi, così come noi di loro, ma una delle cose che più mi ha colpito è stata la differenza tra gioia e felicità, a cui prima di allora davo lo stesso significato. Nanni Bertolini, raccontando della sua famiglia e dei suoi pensieri riguardo alle parole di uno youtuber a proposito della disabilità, mi ha insegnato che a Fede e Luce possiamo essere liberi di dire e condividere le nostre cose senza porci problemi. Ringrazio Rita Dinale, Carla Cecilia ma in particolare Nanni che è riuscito ad attirare la mia attenzione facendomi capire l’importanza di Fede e Luce e delle persone che ne fanno parte, ragazzi e non.
— Grace Vetro, 16 anni
Prudenza
Accade – non spesso, ma accade – che alle nostre comunità si affaccino nuovi amici. È una gioia per tutti. Arrivano energie fresche, sguardi che non hanno ancora conosciuto la routine, arriva la meraviglia dei primi incontri con i ragazzi e i genitori: insomma, una bellezza! E ci siamo detti in questi ultimi anni che non dobbiamo aver paura di affidare responsabilità anche a chi non è a Fede e Luce da tanto tempo. Qualche esperienza anche recente mi fa pensare, però, che questo entusiasmo va temperato con una virtù cristiana che, specialmente quando si è giovani, si tende a considerare inutile e fastidiosa: la prudenza. Mi spiego meglio: la gioia di vedere arrivare amici nuovi non ci deve far dimenticare che i nostri ragazzi sono fragili. Bisogna avvicinarsi con delicatezza, bisogna conquistare piano piano la loro fiducia, bisogna restare a lungo in ascolto dei genitori prima che un’amicizia vera e forte nasca. Ed è giusto che chi sta da più tempo in comunità spieghi queste cose per bene ai nuovi arrivati. Senza paura che questi si allontanino, perché se questo accade vorrà dire che il seme era caduto dove c’era poco terreno.
— Vito Giannulo
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 147, 2019
SOMMARIO
Editoriale
Chi cura le anime? di Cristina Tersigni
Focus: Spiritualità e disabilità
La Chiesa ci accoglie davvero? di Giulia Galeotti
Uno dei tanti di Roberto Brandinelli
Ma stai pensando a me? di Sergio Sciascia
Una dedica che andrebbe cambiata di Gianni Marmorini
Per una teologia meno disabilitante di Luca Badetti
Intervista
Lucrezia e il Marco di ieri e di oggi di Giulia Galeotti
Testimonianze
L'alfabeto che manca di Serena Sillitto
Dall'archivio
Cosa dirvi di più? di Stéphane Desmandez
Associazioni
Catalogo di prelibatezze di Enrica Riera
Fede e Luce
A metà tra un conclave e una seduta di autocoscienza di Serena Sillitto
Spettacoli
Il cantiere delle buone notizie di Alessandra Moraca
Rubriche
Dialogo Aperto n. 147
Vita Fede e Luce n. 147
Libri
La tua vita e la mia di Majgull Axelsson
Questa è bella! La storia di Rospella di Anna Sarfatti
Per tutti persone di Azione Cattolica Ragazzi
Amore caro di Clara Sereni
Diari
Sempre di Benedetta Mattei
Ogni tanto dobbiamo svagarci di Giovanni Grossi