«Dato che la messa veniva celebrata insieme al reparto psichiatrico degli adulti, c’erano anche recite di Natale con delinquenti colpevoli di reati sessuali rinchiusi a vita, persino con assassini, per cui dietro a ogni pastore stava un infermiere gigantesco pronto a intervenire. E ho visto persino un Giuseppe in manette e la Vergine Maria nella camicia di forza»: ripercorrendo la sua infanzia nel geniale Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato (Marsilio 2015) Joachim Meyerhoff, figlio del direttore di una clinica psichiatrica tedesca, ricorda questo particolare di quei singolari Natali. Un particolare che evoca le tante luci e le tante ombre che le festività si portano dietro. Perché al di là delle luminarie, le ricette tipiche, i canti, la gioia dei doni e delle mille decorazioni, ricordando l’arrivo di Gesù celebriamo l’accoglienza, valore centrale nella vita di qualsiasi comunità. La luce del Natale è dunque il gesto di quella famiglia romana che, nell’emergenza di una situazione disperata scoppiata dalle 12 del 24 dicembre, non esitò a fare spazio in casa a un ragazzo con una grave disabilità. L’ombra del Natale è l’articolo che nel 2004 Mariangela Bertolini scrisse su Rossana, ultrasettantenne, rimasta sola con suo figlio Massimo, 41 anni e una grave disabilità; l’ombra è quando il giorno di festa è uno come tanti, anzi è un po’ più vuoto degli altri perchè finanche le persone pagate per l’assistenza non ci sono. “Così noi due in quel bel giorno – raccontava Rossana – aspetteremo una visita, chissà, un nipote, qualche amico di Fede Luce”. Chissà.
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Newsletter n. 6 – Sguardo rivoluzionario
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Le ombre e le luci del Natale
ultima modifica: 2019-12-24T05:34:50+00:00
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