Pasqua 1971: a Lourdes si svolge il pellegrinaggio da cui nascerà Fede e Luce. A renderlo possibile un immenso cantiere che, in soli tre anni, portò alla partenza verso la grotta di ben dodicimila persone. Tanti, tantissimi, gli aspetti da organizzare: ricerca fondi, questioni pratiche legate a trasporto e ospitalità, animazione spirituale, assistenza medica, strategia comunicativa. Nell’ambito di quest’ultima emerse subito la necessità di individuare un logo distintivo capace di trasmettere con immediatezza il senso del pellegrinaggio e di rendere riconoscibili i partecipanti. Un logo che poi avrebbe accompagnato, in ogni occasione, Fede e Luce.
Allo scopo fu indetto un concorso, riservato a persone con disabilità mentale. I risultati, però, furono assai deludenti. Qualcuno propose allora di rivolgersi a Meb, un pittore trentacinquenne di una certa notorietà (si manteneva con il proprio lavoro!), esponente della cosiddetta Art Brut et Singulier, con la sindrome di Down.
Meb aveva iniziato a dipingere da adolescente e subito le sue opere – una miscela di arabeschi, luce brillante e combinazioni cromatiche di sapore spagnoleggiate – avevano suscitato l’interesse di parenti e conoscenti. Grande successo riscosse in Francia nel 1963 la sua prima esposizione. Allora Eugène Ionesco scrisse: «Ho visto le opere d’un ragazzo, di un uomo, che chiamano handicappato. (…) Dovete vedere quanto è ricco, inquietante, singolare il suo mondo. Non è possibile tracciare una linea di demarcazione tra il normale e l’anormale. Non esiste. Oppure siamo tutti pazzi, siamo degli esseri congenitamente alienati poiché non possiamo capire nulla di questa ondata, dal momento che il più grande scienziato sa poco più del più ignorante. (…) [Meb] è indifeso come noi, ma in modo diverso». Su Marc Eberschweiler (in arte Meb) uscì poco dopo un libro in Francia, tradotto poi in italiano con il titolo di Meb, pittore gioioso (Città Nuova 1983). In esso l’autrice, Marie-Louise Eberschweiler, raccontava la vita del figlio, la sua crescita, la scoperta del suo talento, gli ostacoli e le gioie. Persona allegra e colorata, Meb morirà nel 1988, a soli 52 anni.
Tornando al pellegrinaggio fondativo di Fede e Luce, Marie-Hélène Mathieu (ideatrice e organizzatrice dello stesso, nonché fondatrice di Fede e Luce insieme con Jean Vanier), andò dunque a conoscere Meb, a casa della sua agente, la madre. Gli raccontò la genesi del pellegrinaggio, il senso e lo scopo, e a fine presentazione gli chiese un’opera, un disegno capace, in semplicità ed immediatezza, di far arrivare alle persone il senso del movimento. L’artista l’ascoltò con grande attenzione, ma non disse nulla, meditando in silenzio. Quindi prese la sua decisione: chiese alla madre di leggergli la charta del pellegrinaggio e, chiuso nello studio, si mise all’opera.
Autodidatta, incapace di contare, Meb disegnò una barca che trasporta dodici piccole figure. Niente remi, nessuna vela. Il cielo, carico di nubi minacciose, è squarciato da un sole luminoso. Le onde sono alte, ma si placano quando giungono vicino all’imbarcazione. Gesù – spiegò Meb a Mathieu – dorme sul fondo della barca, non bisogna avere paura: egli veglia sui passeggeri. Siamo su una barca, ci stiamo muovendo insieme, a volte il mare si scatena, a volte è calma piatta: Meb aveva capito tutto.
Il disegno fu adottato all’unanimità dal comitato organizzatore del pellegrinaggio e ormai da quasi mezzo secolo accompagna Fede e Luce nel suo cammino.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.145, 2019
Sommario
Editoriale
Preziosi punti di vista di Cristina Tersigni
Focus: Disabilità e terza età
Storie di cui fare tesoro di Cristina Tersigni
Longevità nella disabilità di Cristina Tersigni
La casa-famiglia e l'età che avanza di Cristina Tersigni
Un anticipo di vecchiaia di Giovanni Grossi
Intervista
La curiosità di raccontare il mondo di Giulia Galeotti
Testimonianze
Storia di una promessa mantenuta di A.A.
Dall'archivio
Il mio amico Carlo di Beatrice (Trixi) Pezzoli
Associazioni
Una Piazzetta per chi diventa anziano di Annalisa Zovatti
Fede e Luce
Il pittore che aveva capito tutto di Giulia Galeotti
Spettacoli
Nuova ricetta a MasterChef di Maria Novella Pulieri
Rubriche
Dialogo Aperto n. 145
Vita Fede e Luce n. 145
Libri
Faccio salti altissimi di Iacopo Melio
Il mare non serve a niente di La Bigotta e Michele Rossi
Isacco, il figlio imperfetto di Gianni Marmorini
A good and perfect gift di Amy Julia Becker
Diari
Non ho paura perché sono l'amica del cuore di Sara di Benedetta Mattei
Io vado poco a teatro di Giovanni Grossi