Cinema e disabilità: i 3 film di Boris Sollazzo
Abbiamo chiesto ad alcuni critici cinematografici di elencare 3 film che affrontano il tema della disabilità. Boris Sollazzo, che scrive fra gli altri su Liberazione, Il sole 24 ore e Il Giornale, ha scelto questi.
Boris Sollazzo
Scrive per Liberazione, Il Sole 24ore, Rolling Stone, Film Tv. È consulente alle Giornate degli Autori e direttore di The Cinema Show. Su Radio Rock conduce la trasmissione “Il Sollazzo del Pappagallo” e spesso recensisce film per La Rosa Purpurea del Cairo su Radio24, con Franco Dassisti.
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Indice Cinema e Disabilità
Introduzione
Gli altri siamo noi di A De Simone
3 Film secondo
Federica Aliano
Claudio Cinus
Alessandro De Simone
Adriano Ercolani
Andrea Guglielmino
Gabriele Niola
Emilio Ranzato
Emanuele Rauco
Enrica Riera
Valerio Sammarco
Giorgia Sdei
Boris Sollazzo
Edoardo Zaccagnini
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Yo También
(Yo, también, Spagna, 2009, durata 103 minuti) – Regia di Antonio Naharro, Álvaro Pastor. Con Lola Dueñas, Pablo Pineda, Isabel García Lorca, Antonio Naharro, Pedro Álvarez-Ossorio, María Bravo, Consuelo Trujillo, Joaquín Perles, Teresa Arbolí.
Daniel si laurea, lavora, si innamora. Daniel è un ragazzo intelligente, divertente, sensibile. Daniel ha un rapporto speciale con Laura (Lola Dueñas), ed entrambi non vogliono incasellarlo in uno scaffale emotivo, in un’etichetta. Daniel è Pablo Pineda, nel film e nella vita. E Pablo ha anche condotto un reality. Pablo ha la sindrome di Down e alla fine rimprovera la madre di averlo educato, formato, costretto a vivere come loro. I cosiddetti normali. Yo También racconta la sua storia.
A San Sebastian, Pablo ha ricevuto da Sir Ian McKellen i complimenti per il suo talento d’attore.
Tutto il mio folle amore
(Id. Italia, 2019, durata 97 minuti) – Regia di Gabriele Salvatores. Con Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono, Giulio Pranno, Daniel Vivian. Distribuito da 01 Distribution.
Altra storia vera. Gabriele Salvatores si fa ispirare dalla famiglia Antonello (raccontata, in un suo viaggio negli Stati Uniti, nello splendido libro Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas) per una favola dolce e intimista, un on the road di outsider – il genere d’elezione del premio Oscar – in cui l’unico che ha capito tutto e sa cosa vuole e come prenderselo è Vincent, affetto da sindrome di Asperger. Gli adulti che lo inseguono, che sono diversissimi ma legati dall’ossessione di capirlo e proteggerlo, in realtà hanno bisogno di lui per crescere, completarsi, ritrovarsi.
Un sapore di ruggine e ossa
(De rouille et d’os, Belgio, Francia, 2012, durata 120 minuti) Regia di Jacques Audiard. Con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Céline Sallette, Corinne Masiero, Bouli Lanners. Distribuito da Bim Distribuzione.
Se volete sapere qualcosa di più del cinema europeo, del melodramma moderno sporco e cattivo, chiedete a Jacques Audiard. Uno che ci regala la scena d’amore “disabile” più bella della storia (e il sesso delle persone con disabilità è un genere a parte, dal bellissimo The Special Need a The Sessions con Helen Hunt) con una Marion Cotillard che ci fa dimenticare il suo status di mutilata. Un racconto potentissimo di emozioni, dolore, rabbia, empatia, sensualità. Una storia d’amore e sofferenza, come tante. Ma raccontata meravigliosamente.
Speciale Cinema e disabilità
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