Impossibile, quindi per lo scautismo, non aprire le porte delle proprie sedi ai bambini e ai ragazzi con disabilità e non trovarsi periodicamente a chiedersi “a che punto è la nostra accoglienza?”
Il convegno “Con il tuo passo” ha riunito il 2 giugno nella base nazionale dell’Agesci a Bracciano circa 300 educatori scout da tutt’Italia per riflettere sul significato che ha oggi l’accoglienza di bambini e giovani con disabilità nei gruppi scout. I giovani e giovanissimi con disabilità presenti nello scautismo costituiscono circa il 3% degli iscritti, dato presso che simile a quello della scuola dell’obbligo, una presenza che impegna quotidianamente gli educatori e gli stessi scout in percorsi di accoglienza, integrazione e valorizzazione dell’altro.
Il convegno ha visto due momenti distinti: al mattino, in plenaria, la riflessione è stata guidata dagli interventi di Anna Contardi (coordinatrice nazionale dell’Associazione Italiana Persone Down), Andrea Canevaro (professore emerito dell’Università di Bologna) e suor Veronica Donatello (responsabile del settore per la catechesi delle persone con disabilità della CEI); nel pomeriggio si sono formati piccoli gruppi di lavoro guidati da esperti del settore ed educatori scout che hanno approfondito i temi specifici dell’accoglienza e dell’integrazione. I partecipanti hanno potuto seguire due laboratori scelti tra quelli proposti:
La famiglia – Aspettative delle famiglie che scelgono l’Agesci come agenzia educativa. Come costruire relazioni positive tra Comunità capi e famiglie.
La rete intorno a noi
– Non siamo soli nell’accoglienza: come offrire un servizio educativo strutturato e coordinato nel territorio tra pubblico e privato. Questo laboratorio ha visto la partecipazione di rappresentanti di tre associazioni tra cui Fede e Luce.
Il gruppo dei pari – La comunità che accoglie: ruoli e responsabilità tra i protagonisti delle dinamiche educative tra pari.
La Progressione Personale Unitaria – Strumenti, leve e risorse per accompagnare i ragazzi nella loro progressione personale unitaria.
Dopo gli scout – Dopo di noi la strada si apre: prospettive associative e non per i ragazzi che concludono il percorso educativo in Agesci
Catechesi inclusiva – Atelier biblico per rendere accessibile le Scritture a ragazzi con disabilità cognitive.
Punti di s-vista: nuovi paradigmi – Laboratorio esperienziale: la diversità come dono nella reciprocità. Quanto siamo capaci di modificare le nostre abitudini per lasciarci accogliere?
Gli interventi del mattino hanno evidenziato coerenza tra i relatori che hanno sottolineato come l’accoglienza e l’inclusione di un ragazzo con disabilità favorisca la sua autonomia, l’aiuti a crescere in progressione con le sue capacità e all’interno della sua comunità. Offre all’educatore la possibilità di utilizzare la molteplicità dei sensi e la corporeità dei linguaggi per arrivare a tutti, evitando l’emarginazione e riconoscendo la persona con i suoi talenti, i suoi pregi, le sue possibilità, al di là della disabilità. Stimola la capacità creativa dell’animatore e della piccola comunità nel proporre attività sempre diverse e sempre nuove dando anche ai ragazzi senza disabilità l’occasione di vivere l’attenzione all’altro e alle sue necessità. I ragazzi con disabilità, in sintesi, permettono uno scautismo migliore per tutti.
I laboratori del pomeriggio hanno offerto il confronto diretto tra esperti ed educatori scout e la possibilità di dialogo anche su problematiche difficili o scottanti relative all’inserimento di ragazzi con disabilità, nonché la riflessione sulle esperienze concluse con insuccesso cercando di individuarne le criticità. Personalmente ho partecipato al laboratorio sulla famiglia in duplice veste: come educatore scout e come genitore di una giovane con disabilità che ha percorso per dieci anni il cammino in un Gruppo Agesci.
Con me un’altra mamma di Genova ha offerto la sua testimonianza e ha permesso di confrontare l’approccio verso lo scautismo da parte di una famiglia che ha conosciuto l’Agesci solo in occasione dell’inserimento della figlia. Pur nell’unicità delle persone, nelle differenti città di origine e nelle diverse disabilità, le esperienze delle nostre figlie hanno rivelato molti punti di contatto ed evidenziato l’imprescindibile relazione fra la famiglia e gli educatori scout nel condividere il progetto educativo e nel sostenerne il percorso.
Il delicato equilibrio che favorisce un buon inserimento necessita di pazienza, fiducia e continuità. Il successo, come sempre, dipende da molti fattori, ma l’umiltà, la disponibilità e la creatività degli educatori unita alla fiducia in essi dei genitori, sono senz’altro elementi che favoriscono la partecipazione “felice” della persona disabile nel gruppo scout, permettendogli di vivere forti esperienze che si riveleranno estremamente utili per affrontare l’avventura della vita adulta.
Lucina Spaccia, 2018
Cos’è l’AGESCI?
L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) è un’associazione nata nel 1974 dall’unione di due associazioni già esistenti (gli scout, maschili, e le guide, femminili) che si propone dai contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scautismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi.
L’AGESCI è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e fa parte delle APS (Associazioni di Promozione Sociale), del Forum Terzo Settore, di Libera ed è riconosciuta dal Dipartimento di Protezione Civile. Ne fanno parte più di 185.000 persone in tutta Italia.
Per maggiori info: agesci.it
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.143, 2015