Molte date di proiezione in Italia, moltissime le scuole coinvolte per la visione di “Tommy e gli altri”, sold out dal 9 febbraio praticamente in ognuna delle venti località dove si è riusciti ad organizzarne. Del film, una mamma ha già scritto nello scorso numero. Ne riparliamo ancora perché, uscito nella scorsa primavera, il film è ora l’evento scatenante per proporre un nuovo approccio alla diversità e promuovere l’informazione, la riflessione e il dibattito sul tema “autismi”. I ragazzi nel film infatti danno bene l’idea della variabilità dello spettro autistico.

Il risultato di partenza è molto soddisfacente, ci dice Michela Paparella che cura, con Kulta e Scuola Channel, tutta la piattaforma didattica di Cervelli Ribelli.

“Cerchiamo un nuovo modo di comunicare per scardinare le classiche modalità di approccio alla diversità. Con “Cervelli ribelli – Connettiamoci alla neurodiversità”, con i suoi video tutorial, le suggestioni delle infografiche cerchiamo di far capire come la neurodiversità possa divenire una palestra nelle relazioni di ogni giorno, presenti e future. L’invito è quello di cambiare approccio e non cedere alla sottomissione ad una griglia di normalità dove quotidianamente ci dobbiamo inserire. Imparare ad accogliere e sforzarsi di capire una persona autistica, neuroatipica – nel senso che ha una modalità di pensiero completamente diversa da quella considerata “normale” – può rappresentare una sorta di palestra di vita che ci allena ad affrontare relazioni in cui la diversità può diventare uno spunto di crescita e non un elemento di cui aver paura”.

Il modello realmente inclusivo diviene, per utilizzare le parole di Gianluca Nicoletti, ideatore principale del progetto, indice reale del livello di civilizzazione di una società.

“Da oggi vorremmo che ogni ragazzo che non è omologabile nei comportamenti che segnano gli appartenenti al “gruppo”, non sia visto solo come un emarginato da deridere, ma piuttosto un “cervello ribelle” da cui c’è qualcosa da apprendere.

Il progetto prevede una preparazione preliminare della classe e dell’insegnante attraverso il materiale reperibile nella piattaforma Scuola Channel, che realizza progetti con valenza sociale e valoriale in collaborazione con aziende private, grandi marchi, fondazioni e produce materiale da utilizzare gratuitamente on line e senza pubblicità ma che rappresenta un investimento etico di responsabilità sociale che viene incontro alle necessità delle scuole. Sul portale si trovano piccole pillole di informazione fatte da Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile, alcuni spot dedicati al tema “Salva un bullo”, girati con due fratelli (adottati da una famiglia modenese), Achille e Giovanni, che rispetto alle loro diversità (il primo per la sindrome di Asperger, il secondo di colore) sanno ben raccontare la dinamica del bullismo, e spiegare, ribaltando l’approccio, che reagire con violenza a ciò che semplicemente non si capisce e di cui forse si ha solo paura è un comportamento sciocco e, in gergo, veramente “da sfigati”.

Dopo ogni proiezione è organizzato uno spazio di accoglienza delle domande che inevitabilmente sorgono. Il dibattito è gestito da rappresentanti dell’ANGSA (Ass. Naz. Genitori Soggetti Autistici) che danno risposte soggettive senza medicalizzare troppo la discussione e riescono a raccogliere le emozioni, le suggestioni, l’incredulità o le esperienze vissute che emergono dai ragazzi.

L’organizzazione è riuscita a mantenere la gratuità degli eventi, grazie alla collaborazione con Sky Italia e con il MIUR, e grazie ad un importante sforzo organizzativo, che ha interessato la sola fascia di alunni di seconda classe superiore.

Cristina Tersigni, 2018

Orgoglio per i Cervelli Ribelli

“Il mondo moderno si muove sulla forza della connessione: le connessioni più gratificanti non si stabiliscono con linguaggi ottusi, ma con la capacità di mettersi in sintonia, e il più velocemente possibile, con gli altri. Per farlo, occorre allenamento e non si diventa abili a connettersi se non si arriva a riconoscere e comprendere anche chi è molto diverso da noi. Il neurodiverso è un ottimo personal trainer in questo scenario perché ci abitua a riconoscere e a gestire la differenza attraverso le sue difficoltà nelle relazioni.
Chi si abitua a relazionarsi serenamente con i ragazzi neuroatipici sarà anche capace di capire ed essere capito in quelle occasioni in cui il rapporto con gli altri può apparire “difficile”.
Sul piano sociale, in questo modo si creano le basi per un’educazione alla convivenza e alla legalità non come regole imposte dall’alto, da seguire per evitare sanzioni o punizioni, ma come una naturale propensione all’accoglienza del diverso. Il riconoscimento del “diritto di esistere” di ragazzi diversi dalla maggior parte degli studenti che parteciperanno al progetto sarà un’importante palestra di educazione alla responsabilità.
Essere un “vincente” significa innanzitutto proteggere e includere proprio quei ragazzi che sono “cervelli ribelli” per un loro fisiologico modo d’essere. Non vederli come malati ma come testimoni da decifrare di creatività, suscitatori di pensieri originali, addestratori alle relazioni complicate per cui la vita futura non ci farà certo sconti. Vorremmo far capire ai ragazzi che chi sinceramente include cervelli ribelli piuttosto che escluderli, senza che sia mera ostentazione di virtù buoniste, dimostra molto più coraggio di chi sia atteggia da duro perché teme di andare oltre i propri confini mentali. In sintesi, vince chi ha capacità inclusiva”.

Info:
pernoiautistici.it
film.cervelliribelli.it

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.141, 2018

Copertina OL 141, 2018

Cervelli ribelli – Connettiamoci alla neurodiversità ultima modifica: 2018-03-26T11:16:42+00:00 da Cristina Tersigni

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