Quali promesse terapeutiche dietro questi progressi?
È veramente una rivoluzione al livello del genoma umano, nella misura in cui è un sistema semplice da utilizzare e poco costoso. Rimette in gioco la terapia genica che aveva sollevato grandi speranze alcuni anni orsono, ma non aveva dato i risultati attesi. CRISPR-Cas9 è molto più semplice e funziona su tutti i genomi: umani, vegetali e animali.
Per quanto riguarda la terapia genica con CRISPR-Cas9 sono state effettuate delle manipolazioni per esempio per la mucoviscidosi e la miopatia di Duchenne. Per la mucoviscidosi alcuni ricercatori hanno prelevato delle cellule intestinali da due malati e le hanno convertite in cellule IPS, vale a dire in cellule staminali pluripotenti. Queste cellule, sviluppandosi insieme, formano ciò che si chiama un “organoide”, mimando ciò che può succedere a livello di un organo, in questo caso l’intestino. Gli autori hanno utilizzato CRISPR-Cas9 per eliminare la mutazione che genera la mucoviscidosi ed hanno ottenuto la riparazione totale di queste cellule.
È un fatto straordinario, ma si tratta per il momento di un’azione a livello cellulare non ancora a livello di un intero organo. Èuna prima tappa importante che permetterà forse un giorno di riparare tutte le cellule malate di un organo, e passare così ad uno stadio clinico, ma devono essere condotte ancora molte ricerche per arrivare fin lì.
Lo stesso tipo di sperimentazione è stato fatta con cellule affette dalla miopatia di Duchenne. Altre applicazioni vengono attualmente realizzate a livello di alcuni tipi di cancro la cui causa è virale ed anche a livello di cellule infettate da HIV. Tutto ciò apre delle grandi prospettive cliniche.
In cosa questa tecnica pone delle questioni etiche?
Per ciò che riguarda le terapie fisiche, non esiste alcun problema etico. La principale questione etica viene da terapie genetiche germinali, vale a dire a livello delle cellule riproduttrici o dell’embrione. Infatti con CRISPR-Cas9 si può modificare facilmente il genoma umano presente in tutte le cellule tra cui le cellule germinali (ovociti e spermatozoi). Tali modificazioni saranno trasmesse anche alle generazioni successive.
Dei tentativi sono stati recentemente effettuati in Cina, ma senza successo. Importanti riviste scientifiche si sono rifiutate di pubblicarne i risultati per motivi etici. Questo problema è stato sollevato nel vertice internazionale di Washington del dicembre 2015. Si può lavorare liberamente sull’embrione o sulle cellule germinali? Poniamoci la domanda. Il problema è che non si sa affatto dove questo può condurci… Se si fa la correzione di un gene, cosa si trasmetterà alle generazioni seguenti? Significa prendersi una responsabilità verso un bambino che potrebbe ritrovarsi con delle malattie molto più gravi. Senza contare che manipolandolo, si rischia di uccidere l’embrione.
L’altra tappa è quella di riparare il gene di un ovocita o di uno spermatozoo. Non si sa nulla su ciò che accadrà al momento della fecondazione! Tale tecnica ci conduce verso una certa presa di potere sulle generazioni future. Gli americani e i francesi per il momento hanno detto di no, ma non gli inglesi ed i cinesi. Si tratta di un problema etico mondiale. In nome di cosa governare l’umanità di domani?
È possibile mettere dei limiti?
Bisognerà stabilire una vera moratoria a livello mondiale, una sospensione di tutte le terapie genetiche germinali. Ma questo non è accettato da tutti.
Alliance Vita parla della possibilità di una “catastrofe ecologica umana”. Cosa ne pensa lei?
L’uomo è e resterà comunque fragile. Non bisogna pensare che un giorno si arriverà a guarire l’uomo, con un genoma “perfetto”, come il transumanesimo può far pensare.
Un genoma perfetto non significa niente perché non può esistere. Infatti parlare di genoma perfetto significherebbe averne uno di riferimento. Per il genoma non c’è e non ci sarà mai! Sarebbe il rifiuto di un’umanità eterogenea. Il genoma che possiede geni migliorati e scelti porterebbe ad un individualismo totale: l’uomo non avrebbe più bisogno degli altri, pensando che non sarebbe mai più malato! Con questa tecnica riemerge l’idea che l’uomo sarebbe solo genetica. Ma questo è completamente falso; si sa che il contesto, l’ambiente influenzano il genoma. Anche gli scienziati lavorando sulle malattie genetiche hanno bisogno di un certo contatto con le persone malate e le loro famiglie, perché la fragilità e la vulnerabilità richiedono condivisione.
Intervista di Cyril Douillet (O&L n. 213)
Trad. di Rita Massi
CRISPR – Cas9… cosa si nasconde dietro questo nome?
In inglese CRISPR è l’acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats (brevi ripetizioni palindrome raggruppate e separate a intervalli regolari) e Cas9 è l’enzima associato a CRIPR. Si tratta, molto brevemente, di un meccanismo che sfrutta le sequenze del genoma di alcuni batteri con un ruolo immunitario e capaci per questo di riconoscere le sequenze estranee di DNA di un virus. L’enzima Cas9, come un paio di forbici, è in grado di tagliarle e rimuoverle precisamente in modo da non danneggiare il DNA del batterio. Infatti, la molecola batterica viene poi ricostruita sfruttando i vari meccanismi di riparazione della cellula stessa. Questo escamotage, sviluppato dai batteri, può essere utilizzato anche per modificare porzioni di DNA umano, in quanto Cas9 può essere guidato verso opportune sequenze umane e per rimuoverle. Per il momento non si è ancora al 100% di successo nella sua utilizzazione sul genoma umano.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.137