L’intento è quello di incuriosire i bambini: “Con linguaggio e immagini appropriate, proviamo a prendere per mano i più piccoli in un percorso di crescita lungo il sentiero dei nostri valori quali l’inclusione e la solidarietà”, ha spiegato Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia Onlus, a cui si deve la pubblicazione. “Perché i bambini di oggi saranno gli adulti di domani e noi abbiamo il dovere e la responsabilità di accompagnarli. Meglio se con la freschezza e lo stupore che loro stessi ci insegnano”. Il primo numero del giornalino, uscito in luglio, è stato interamente dedicato all’Uganda, la terra dei grandi laghi, un Paese bellissimo dove cecità e disabilità sono molto diffuse anche tra i più piccoli. Cosa significa per un bambino povero avere la cataratta?
Si può curare? I bimbi con disabilità fisica alle gambe possono giocare e fare sport? Sono queste alcune delle domande a cui Occhiolino ha cercato di rispondere in modo semplice ma sostanziale. A Viola è particolarmente piaciuto Cibì, il piccolo rinoceronte che, attraverso i suoi viaggi nel Sud del mondo, fa conoscere il lavoro e i progetti di Cbm per le persone a rischio di disabilità. Nel numero di luglio, ad esempio, Cibì ha accompagnato in ospedale un bimbo ugandese tornato a vedere grazie a un’operazione di cataratta. Ma ha anche portato con la sua jeep medicine e kit di aiuto durante il terremoto in Nepal, e ha fornito occhiali da vista e carrozzine ai villaggi più poveri del Sud America.
“Spiegare la disabilità mentale sarebbe molto più difficile”, commenta un po’ amaro il babbo, rivolgendosi a Viola. Lui non la vede, ma Mimosa fa una smorfia come per dire: “E perché? Potrebbe essere più difficile farla capire ai grandi, ma per i piccoli sarebbe comunque diverso”. Viola sorride: Occhiolino, forse, è semplicemente per tutti i bimbi, con o senza disabilità.
Giulia Galeotti, 2016
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.135