Che belli questi nomi, carichi di significato. Il nostro ad esempio, La Perla Preziosa, vuole ricordare che anche dalla sofferenza può nascere qualcosa di grande e prezioso. Un semplice invito da parte di padre Stefano è bastato ad incuriosirli ed ora, mi raccontano, di avere bisogno di Fede e Luce. E poi i nostri amici con disabilità, il fulcro di tutto. Loro che quando ti vogliono abbracciare ti abbracciano forte e aspettano solo di incrociare i tuoi occhi per donarti un sorriso semplice, aperto, gioioso.
Guardo Andrea che non si lascia fermare dalle sue difficoltà fisiche e va in giro con il suo scooter e che non dice mai no ad una bella chiacchierata. Proprio durante una di queste chiacchierate un giorno mi ha detto: “quando preghi ti devi fidare ed affidare”. Poi ci sono le famiglie, madri e padri che si piegano alla sofferenza dei propri figli ma non si spezzano consapevoli di essere “custodi” di qualcosa di importante. Gisella, Salvina, Vittorio, Luciana, Patrizia, Maria Chiara… c’è una storia dietro ognuno di questi nomi e tutte insieme mi dicono che la diversità esiste, la disabilità esiste, la sofferenza esiste ma che il vero limite è aver paura di guardarla dritto negli occhi, che un dolore condiviso diventa più leggero e che la vera fede deve trasformarci in luce per il prossimo.
Ma eccoci arrivati al momento dei saluti. Ed uno particolare lo dedichiamo alla nostra suor Mariangela, figura indispensabile per la nostra comunità che, dopo un anno trascorso insieme, partirà per il Marocco per donare il suo entusiasmo e le sue abilità ai più bisognosi. Ora è proprio il momento di andare ognuno per la propria strada. Appuntamento alla prossima volta per mescolarci di nuovo in un disordine festoso che, alla fine della giornata, ci farà dire: “Sono stanco ma felice!” .
La comunità La Perla Preziosa
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.135