“Il cammino di fede può portare a una determinata scelta di vita: matrimonio o vita consacrata. In effetti non si parla mai del sacramento del matrimonio o di quello dell’ordine per le persone con deficit ma nemmeno di vita consacrata così si soprassiede ad una serio discernimento vocazionale.” (“Quando la vocazione è del disabile” di Stefano Toschi 1995)
Una persona con disabilità, oggi può rispondere alla sua vocazione?
In questo numero abbiamo cercato testimonianze di persone con disabilità che hanno risposto alla vocazione per la vita consacrata, per scoprire come hanno potuto realizzare concretamente il desiderio di dire sì alla chiamata del Signore.
Ci siamo chiesti se la situazione si è evoluta anche in questo ambito, se una persona con disabilità ha la possibilità concreta di essere sostenuto/a nel discernimento della propria vocazione e quali congregazioni religiose accolgono persone con disabilità.
Nella nostra ricerca abbiamo fatto incontri molto belli e significativi, ma purtroppo anche piuttosto rari –– il Roveto di Sant’Ilario vicino Milano, Cristina Acquistapace (persona con Sindrome di Down consacrata nell’Ordo Virginum), le Piccole Suore dell’Agnello in Francia — di cui pubblichiamo delle testimonianze nelle pagine seguenti.
Per ciò che riguarda gli uomini, le esperienze sembrano davvero esigue anche se abbiamo trovato qualche testimonianza di alcuni sacerdoti con disabilità fisica. Mentre ancora in Francia, attraverso Ombres et Lumière abbiamo scoperto “La Congregazione Notre-Dame d’Espérance” fondata nel 1966, dal monaco benedettino Henri-Marie Guilluy, che accoglie sia persone in buona salute che con disabilità psichico o con fragilità fisica, dando loro la possibilità di vivere la vocazione monastica secondo la regola di San Benedetto.
Certamente la strada da fare è ancora molta, ma qualcuno si è messo in cammino, rispondendo ad una voce che diceva “seguimi”, grazie anche a chi ha indicato loro la strada.
Rita Massi, 2016
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.133