Con veridicità e delicatezza descrive la loro vita, le loro problematiche e quelle vissute dalle loro famiglie, dai medici e dagli insegnanti.
Di fronte a certi comportamenti apparentemente incomprensibili –perché Silvio fissa il vuoto per ore? Perché ha crisi isteriche una volta entrato per l’ennesima volta in una stanza che conosce bene? – l’autore si sforza di spiegarne le motivazioni e le soluzioni, quando possibili, con estrema linearità.
Emerge la necessità di un approccio integrato della famiglia, della scuola, degli operatori che devono agire in sincronia come un unico meccanismo al fine di dare continuità e stabilità alla persona autistica. Anche quando non saranno più bambini… ogni sforzo profuso durante l’infanzia e adolescenza rischia di essere infatti totalmente vanificato dall’assenza di una reale soluzione prospettica per questa fase della vita.
Eleonora Capizzi, 2016
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.133