“Ti ringrazio, Signore, per aver incontrato Marco. Da allora Fede e Luce è entrata a far parte della mia vita e io mi sento parte di essa”.
È uno dei tanti interventi che sono risuonati durante la veglia di venerdì sera, quando i partecipanti all’Assemblea Nazionale di quest’anno, tenutasi a Bari dal 22 al 25 settembre, hanno vissuto un momento di preghiera in cui han fatto memoria della chiamata a Fede e Luce rivolta a loro da parte del Signore.
Mi piace partire da qui, proprio dall’origine, dalla libera e amorosa iniziativa di Dio per raccontare la bellezza, la ricchezza e anche le emozioni dell’Assemblea Nazionale. Anche perché attorno al tema della “chiamata” è stato redatto il Carnet di quest’anno, strumento prezioso e fondamentale che ogni comunità è invitata a utilizzare nei prossimi mesi.
Partire dalla chiamata è fondamentale perché ci ricorda che Fede e Luce, come scrive il card. Martini: “è opera dello Spirito santo, non è opera umana”, non è opera nostra. Noi, trovando nuova ispirazione, siamo chiamati a metterci al servizio di questa opera, portando frutto che è anzitutto, come ci ricorda Marie Helene Matthieu: “l’amicizia con la persona con handicap, è la comunità che è scuola di amore”.
Con questa intuizione profonda e importante da custodire abbiamo vissuto le nostre giornate, a partire da venerdì, dedicata alla formazione e che aveva a tema la figura del vice-coordinatore delle province. Aiutati da una provocazione lanciata dai coordinatori siamo stati invitati, in un momento a gruppi, a evidenziare gli aspetti prioritari su cui un vice-coordinatore è chiamato a vigilare, quali atteggiamenti sono da coltivare, ma anche in che modo il vice-coordinatore che accompagna le comunità può essere, a sua volta, accompagnato nel suo delicato e prezioso compito.
La giornata di sabato è stata vissuta all’insegna del congedo da parte del CDA uscente dell’associazione con il suo presidente Paolo Tantaro, a cui abbiamo espresso e vogliamo ancora esprimere il nostro grazie più sincero per questi quattro anni in cui Fede e Luce ha vissuto degli appuntamenti straordinari. Ricordiamo i principali: Incontro internazionale con i movimenti e le Aggregazioni laicali in piazza San Pietro (2013); Riconoscimento da parte della CEI (2014); Pellegrinaggio Nazionale per i 40 ani di Fede e Luce (2015); Pellegrinaggio per il giubileo delle persone disabili e gli ammalati, occasiona nella quale per la prima volta assoluta (durante la celebrazione della Messa della domenica in piazza san Pietro) c’è stata la rappresentazione mimica del vangelo da parte di persone disabili (2016).
Pertanto un compito di questi giorni è stato quello di eleggere un nuovo presidente e individuare i membri del nuovo CdA. Mentre quest’ultimi sono stati individuati e proposti dalle tre province (2 per provincia) e dunque nominati, il nuovo presidente è stato eletto dopo un lungo pomeriggio di discernimento. Accogliamo con gioia Angela Gattulli, della comunità di San Gregorio, che è stata eletta presidentessa e sin da ora assicuriamo a lei e a tutto il CdA la nostra preghiera, il nostro affetto e sostegno perché possano essere quattro anni veramente fruttuosi per il bene della associazione e del movimento.
Nel corso della domenica mattina le province han potuto singolarmente fare un minimo di programmazione dell’anno, ma soprattutto poi abbiamo fatto festa (perché a Fede e Luce la festa è fondamentale) con le comunità di Bari che sono venute a trovarci e con cui abbiamo condiviso la Celebrazione Eucaristica finale presieduta dal nostro assistente spirituale nazionale don Marco.
Personalmente sono state giornate intense e di conoscenza, anzitutto di volti, di persone e poi del “funzionamento” del movimento. Felice di essere stato presente. E mi pare di aver colto negli occhi di tante persone i riflessi di quella incandescenza di cui parla il card. Martini riferendosi proprio a Fede e Luce. Una realtà così fragile, perché fa della fragilità (non solo quella dei ragazzi, ma quella di tutti) il suo cuore e il suo respiro e per questo, secondo la sapienza evangelica (assurda per i sapienti di questo mondo) il grado di incandescenza è più alto. E allora auguriamoci che quest’anno sia ancora… incandescente. Capperina!
Don Mauro Santoro, 2106
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.135