Te lo ricordi frate’ come ci siamo incontrati? Tanto tempo è trascorso, credo fosse una Festa della Primavera ed era il 1979. Mi pare che io fossi con Elena o forse Paola ed ecco Anna venne a presentarmi un suo compagno di classe venuto a scoprire qualcosa di più su Fede e Luce.
Fu sufficiente un secondo, una tua battuta sagace ed un pò pungente e due calci ad un pallone…
Te lo ricordi Stè il Pellegrinaggio dell’81? “Ludres” perché Fausta lo chiamava così. Il viaggio in treno con la fascia del servizio d’ordine, che ti costringeva a scendere ad ogni stazione per controllare che nessuno restasse giù. E la puzza di brodo per tutto il viaggio, unita alle chitarre che cantarono per quasi tutta la notte.
Era la prima volta che andavamo separati da S. Gioacchino, con lo stendardo nuovo di S. Anna che cucirono Fausta e Rina. Tanto ci saremmo incontrati di nuovo quasi tutti a Marzocca.
Te lo ricordi Stè in cucina, nella casa di Padre Danilo: Guenda e Francesco che fumano e i gavettoni al brodo tirati dalla terrazza, la mattina seguente, giù sulla testa di coloro che arrivarono il giorno dopo, con calma… E i materassi lanciati dal balcone? Uno rimase agganciato ad una persiana, dondolando sulla testa di Danilo, uscito in giardino; con Guenda che lo distraeva e noi che tentavamo di tirarlo su.
Io, te e “Maranelli”, per chiamarlo alla Papalla, sempre insieme, uniti come dei fratelli. Te li ricordi i primi tempi al Chicco? Quando c’erano solo Fabio e Maria e Guenda ed Ann e così tanto da costruire. E i traslochi col pulmino di Fede e Luce. Riuscivamo sempre a pagarci bollo, assicurazione e ce ne restava anche per qualche quota per i campi estivi.
Quell’incontro impossibile alle prove della Sfilata del 2 Giugno? Non ci vedevamo da più di un anno; con i miei paracadutisti inorriditi, perché il loro comandante saltava come un pazzo abbracciato ad uno spilungo col basco nero. E tutte quelle serate passate al Big Mama, te le ricordi Stè? Birra, tanta musica, io con la pipa e tu col tuo immancabile… maledetto, sigaro.
Ed ancora, posso raccontare del tuo grande dolore? Quando sei stato abbandonato, per lettera… alla vigilia del matrimonio. Ti ringrazio fratello perché mi hai voluto accanto, noi due da soli a San Demetrio a smaltire rabbia, delusione ed incredulità. Poi la vita che ci separa. Il mio lavoro, per 20 anni anche i weekend… eppure ogni volta che ci si incontrava era come se ci fossimo visti poche ore prima.
Ti ringrazio infine per quest’altro privilegio che mi hai voluto regalare. Quelle ultime ore ancora una volta noi due insieme, quando per parlare c’erano solo i ricordi. Quanti racconti tra i miei pensieri e la tua anima in quella notte gelata che avrei voluto non finisse mai. A rivederci fratello mio.
-di Francesco Iellamo, 2015
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.132, 2015
SOMMARIO
Editoriale
Nessuno resti solo di Cristina Tersigni
Speciale - Nessuno resti solo
Figli delle stelle di Stefano Di Franco
Te lo ricordi frate’? di Francesco Iellamo
Ehi campione, come va da lassù? di Benny
Con gli occhi di un bambino di Emanuele Mendola
Una piccola barca di Domenico e Filippo Pescosolido
Cose che sapevi? Omelia di p. Paul Gilbert
Dossier - Fuori dell’acquario?
Fuori dell’acquario di Rita Massi
All'interno: interviste di Lorenza, Alessandra, Riccardo, Lorenzo, Tiziano, Tiziana, Marco, Gabriele, Piercosimo, Efrem, Angelo, Laura, Chiara, Francesco, Andrea, Paola, Veronica, Livia.
Un altro anno di Giovanni Grossi
La lezione del femminismo di Nicla Bettazzi
Siamo tutti un po’ supereroi di Emanuele Mendola
Amici di Simone di Francesca
Rubriche
Dalle Province n.132
Viola e mimosa di Giulia Galeotti