Suonano alla porta. Sono le quattro in punto di martedì: non un minuto di ritardo! Rosa e Jennifer arrivano insieme: si tengono per mano e attraversano Forcella, quartiere difficile di una città complicata come Napoli. Vengono per il Coro Cherison: alla Scintilla, in collaborazione con l’associazione Gli Amici di Aldo, il martedì pomeriggio sotto la guida sapiente della maestra Fausta i ragazzi suonano e cantano in coro. Venerdì 29 maggio, il coro si è esibito nella Chiesa di Santa Chiara partecipando ad un’iniziativa di finanziamento contro la camorra del movimento scout cittadino.
Dopo 25 anni La Scintilla è anche questo: occasione di festa ma anche di solidarietà in cui i ragazzi sono protagonisti, in un impegno quotidiano a metà strada tra la professionalità ed il dono di sé.
Giovedì mattina: nel laboratorio “rosso” Agostino, architetto in pensione, crea oggetti in cartone rivestito con Lucia. Lucia, non parla, ma richiama tutti al silenzio e alla calma: prende sul serio il suo lavoro, Lucia.
Nel laboratorio “azzurro” Silvano, appena rientrato da Londra dove il figlio lavora in un grande albergo, lavora con Daniela ai portachiavi di terracotta per il Pellegrinaggio ad Assisi di Fede e Luce. Daniela prima di lavorare vuole indossare i suoi guanti: operazione, questa, che può durare anche mezz’ora. Il tempo rallenta alla Scintilla.
Salvatore e Giampaolo al computer stanno ideando il bigliettino per le bomboniere “scintillose”: lo sposo è un musicista e i ragazzi hanno trovato un’immagine divertente che rappresenta la coppia.
Andrea e Tony sono appena rientrati dal book-shop lavorano il martedì e giovedì mattina: la sede della Scintilla è in un museo e i ragazzi collaborano con il punto vendita istituzionale proponendo anche manufatti da loro realizzati nei laboratori.
In cucina Domenico, Paolo e Paola preparano il pranzo: Domenico tagliuzza pomodori mentre racconta dei pasticci che fa con la mamma a casa.
Dopo pranzo tutti a riposare.
Nel pomeriggio con l’associazione Terra Libera, che si occupa di autismo, ci saranno i laboratori guidati dai docenti del vicino Liceo Artistico: Mario e Martina, verranno a lavorare per la mostra che si allestirà a fine luglio.
Alle sei arrivano gli operatori della notte. Docce, cena e poi una serata speciale: tutti al torneo di calcetto che ogni anno viene organizzato per sostenere l’associazione e al quale partecipano associazioni, ristoranti, aziende, enti della città di Napoli.
Alle undici si tornerà a casa Scintilla tutti insieme, stanchi e sorridenti.
25 anni sono passati da quando, un gruppo di genitori ed amici di Fede e Luce decise di costituire un’associazione per dare corpo ad un sogno: creare luoghi nei quali le persone con handicap psico – motorio potessero vivere liberamente ed esprimere tutta la bellezza di cui sono portatori, rendendo concreta e quotidiana la dimensione comunitaria vissuta per anni ai campi di Fede e Luce.
Annamaria, la mamma di Aldo, ha creduto in quel sogno per tutta la vita: Aldo e Luca oggi non ci sono più ma il sogno resta. Dopo alterne vicende, vari cambi di residenza, l’alternanza di operatori, volontari e ragazzi, alti e bassi di ogni genere La Scintilla, grazie alla generosità di tanti benefattori e, soprattutto alla speciale accoglienza del Pio Monte della Misericordia, è ora in una bellissima e grande struttura che permette di accogliere otto ragazzi quasi a tempo pieno e altri ragazzi, il cui numero cresce ogni giorno, che prendono a parte a laboratori, progetti ed iniziative di ogni tipo.
L’amore, l’energia, la passione, il lavoro degli operatori, dei soci, dei volontari, degli amici de La Scintilla ha permesso di arrivare fin qua.
Per dare soluzione completa al problema del “dopo di noi” molto resta ancora da fare. Ma la consapevolezza di tutto il cammino fatto insieme restituisce a La Scintilla la forza di continuare.
Claudia Novello, 2015
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.130