L’affermazione nel titolo del suo secondo libro è forse spiazzante ma la sua lettura ne illustra le sfaccettature e le implicazioni. Nicoletti si confronta con quello che ogni genitore di ragazzo con handicap vive con grossa apprensione: a chi affidare il proprio figlio quando non sarà più il genitore in grado di occuparsi di lui.
Trovare un luogo, costruirlo forse, che rispetti a pieno la sua persona, gli voglia bene, lo lasci e lo spinga ad esprimere nelle sue possibilità. La questione è delicata e non si può certo rimproverare l’amarezza di un genitore che spesso si ritrova a combattere pregiudizi e burocrazie perché il figlio e altri come lui abbiano opportunità fondamentali per la loro esistenza (e per quella dei familiari legati a lui) anche se a volte sembra diffidente a priori rispetto ad alcune realtà.
L’idea di Insettopia (un ambiente e un modo di vivere integrato ma protetto in cui persone con autismo e non, possano realizzare il proprio progetto di vita) è sì utopica ma non per questo da trascurare: perdonatemi la deviazione ben lontana dalle idee dell’autore… ma mi sembra che Fede e Luce, da una diversa prospettiva e in altri contesti, proprio questo a volte è riuscita e riesce a fare!
Cristina Tersigni, 2015
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.130