Con tanta gioia ho voluto partecipare a questo pellegrinaggio. Mi sono trovata bene; stavo bene in quei giorni, per cui avevo lo spirito giusto per affrontare tutto. Due cose non mi sono piaciute.
La prima: dopo l’udienza dal Papa, mentre stavamo andando al pullman, mi sono persa, non ho più trovato il mio gruppo che credevo fosse dietro di me perché portavo lo stendardo. Invece mi hanno superato e io non me ne sono accorta per la troppa confusione. Mi sono fermata ad un angolo, sperando che la marea di gente finisse. Mi sono agitata, spaventata, mi ha preso il panico. Poi finalmente mi sono venuti a cercare, ci siamo ritrovati e mi sono tranquillizzata. Da quel momento non mi sono più allontanata, non mi sono più distratta.
La seconda: al ritorno dal pellegrinaggio non trovavo più il mio zaino che era rimasto in albergo. Arrivata a casa mi sono accorta che mi mancavano delle cose. Un’amica, tornata ad Assisi per motivi di lavoro, è passata dall’albergo, lo ha preso e riportato: che bello, ho ritrovato dentro tutte le mie cose!
Anche se ho avuto queste due piccole disavventure rifarei tutto, non critico nulla, mi è andato bene tutto. Anche perché con la mia età non so se avrò la possibilità di fare un altro viaggio simile. Ci tenevo a fare questo pellegrinaggio per ricevere una bella benedizione dal Papa e sentire la sua voce in diretta. Volevo assaporare cosa si prova a stare in piazza San Pietro.
Ho seguito tutte le testimonianze a teatro. Mi sedevo sempre davanti con la mia amica Gina, nelle prime file per sentire bene, per capire bene. Sentendo quei racconti mi sono ritrovata perché qualche anno fa ci sono passata come madre di Stefano e capisco cosa stanno vivendo questi genitori. Bisogna dare loro coraggio, sostenerli, non lasciarli soli. Ai miei tempi tante cose non si sapevano, non esistevano. Ora è tutto un’altra cosa, si è organizzati diversamente. Stefano mio figlio mi ha insegnato tanto e tutto quello che ho imparato ho cercato di metterlo a disposizione degli altri. Sono cose che non dimentichi e non puoi dimenticare. Il nome del gruppo da cui provengo si chiama “Il Sorriso di Stefano” per ricordare mio figlio sempre sorridente allegro.
Quanti amici in Fede e Luce... ho assaporato una bella atmosfera che solo i ragazzi ci sanno trasmettere.
Mi sono sentita accompagnata e accudita. Grazie.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.131, 2015
SOMMARIO
Editoriale
Cinque azioni di Cristina Tersigni
Dossier - Coraggio, sono io!
Tornare ad Assisi passando da Roma di don Marco Bove
La felicità è imperfetta di Isabella Gimmi
Come nasce un pellegrinaggio... di Paolo Tantaro
Con tanta voglia di fare di Flora Atlante
Viaggiare alla pari di Davide
Non ci sono parole! di Carla Gaviraghi
Il nostro scoop di Gruppo Cesano Boscone
Accompagnata e accudita di Pierina Formiconi
In un attimo decine di volti di Angela Grassi
Pronta a riviverlo! di Arianna Giuliano
La forza della fragilità di Gruppo Cesano Boscone
I miei primi quarant’anni di Laura de Rino
Una semplicità bella e ricca di Carlo Gazzano
La relazione e la famiglia di Stefano
Un solo nome di Vanna Rossani
Nonostante alcune delusioni di Caterina Mercurio
Un turbinio di eventi di Pietro Vetro
Ho imparato a nuotare di Rita Massi
Castel Porziano in festa di C. Tersigni, F. Castoldi, G. Buongiorno
Che bella estate! di Comunità Madonna della Provvidenza
Bicoca’s Got Talent di Giovanni Grossi
Tempi nuovi per i campi? di Valentina Calabresi
Scampoli di paradiso di don Enrico Cattaneo
Rubriche
Viola e Mimosa di Giulia Galeotti