Un gruppo di genitori di adolescenti e adulti nello spettro autistico di Roma ha fondato L’emozione non ha voce onlus. Per Fabio Bernardini, genitore e responsabile marketing e comunicazione dell’associazione, “Non può nascere nulla se si rimane confinati e isolati all’interno della ‘mia’ famiglia, della ‘mia’ scuola o in un’ora di attività sociale… se questi giovani mancano di intelligenza sociale allora devono essere curati con tanta socialità”. E con progetti molto diversificati e strutturati come potenziali attività lavorative e remunerative, l’associazione cerca di colmare il vuoto che esiste intorno ai giovani affetti da autismo ormai usciti dal percorso scolastico.
È già alla sua seconda edizione il progetto Cantiere nel quale alcuni ragazzi vengono avviati a lavori edili e di ristrutturazione. Diventano operai, muratori, carpentieri, imbianchini… per realizzare un progetto comune. Tutto in sicurezza con le necessarie attrezzature e le persone qualificate.
Il progetto Cavallo impegna invece i ragazzi nella cura dell’animale, così da diventare cavalieri ma anche potenziali stallieri e prepararsi alla prossima edizione di ‘Cavalcando l’autismo 2014’, una settimana di trekking a cavallo con 11 Cavalieri Autistici che dall’Umbria arriveranno in Toscana, dopo essere partiti nel 2013 dal Lazio.
Con la campagna per la raccolta fondi Diamo una Forma alla Solidarietà i ragazzi si occupano dell’impacchettamento, della gestione del magazzino, degli ordini, della raccolta di contatti e della consegna a domicilio di Parmigiano-Reggiano DOP di Montagna confezionato sottovuoto. Il tutto a fronte di un’offerta minima di 10€/mese per un periodo di almeno 6 mesi, per poter pianificare con il Caseificio la giusta quantità, senza sprechi.
Fuori dall’area lavorativa, ma importante per la salute psicofisica, si inserisce il progetto Rugby i cui principi – correttezza e rispetto per l’avversario, il lavoro di squadra, la caparbietà e la sofferenza necessaria per avanzare in gioco – sono altamente positivi per ragazzi autistici per avere autonomia e serenità nella futura vita adulta.
La Onlus non chiede assistenzialismo “ma vuole mettere in primo piano il ruolo delle famiglie che devono spingere verso la creazione di più valore e lavoro per i loro figli, non abbandonando mai l’idea di un futuro diverso”. Per questo c’è anche un sogno in fondo e in principio a tutto: la creazione di un polo altamente specializzato per il trattamento terapeutico dell’autismo. Una struttura residenziale e diurna sostenuta solo in parte da un finanziamento pubblico, ormai poco affidabile, che viva in base alle sue capacità di reddito, grazie ad un ristorante, un polo sportivo, culturale, agricolo, artigianale… ecocompatibile e sostenibile che permetta ai ragazzi di essere parte integrante di una vera impresa. In un’area già individuata a Roma nord.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.125