Ebbene, quell’occasione si è presentata quando Angela ci ha prospettato l’opportunità di andare in Galilea a riconoscere ufficialmente una nuova comunità di Fede e Luce, dopo qualche anno di richieste e raccomandazioni da parte di Suor Camelia, proprio vicino a Nazareth, nel paese di Eilaboun.

Tutte e tre le regioni del Fiume di Pace erano rappresentate da venti pellegrini.

Una volta arrivati (in ritardo e con una valigia in meno) ci siamo letteralmente trovati avvolti dalle attenzioni degli amici Arabi che ci avevano preparato una cena a base di loro specialità, con focacce, salsine, insalate e piatti per noi sconosciuti, ma molto gradite (quando c’è la fame…); ci siamo sentiti veramente accolti e in famiglia! Ci siamo dati appuntamento per il pomeriggio successivo per proseguire, col discernimento, verso l’elezione del Responsabile della Comunità. Il mattino dopo abbiamo visitato Cafarnao ed il lago di Tiberiade, luoghi che ci hanno ricordato dove Gesù sancì il primato di Pietro e dove cominciò a radunare i primi discepoli. Nel pomeriggio abbiamo svolto un’attività preparatoria con il coinvolgimento di tutti nonostante le difficoltà della lingua. Abbiamo poi iniziato il discernimento sotto la guida esperta di Lucia ed Angela e con l’essenziale collaborazione di Suor Camelia che traduceva dal francese in arabo.

È stata un’esperienza bellissima: mentre loro si paragonavano ad una piccola piantina bisognosa di cure e di attenzioni, per noi erano già una bella comunità, forte, coesa, con tanto entusiasmo e tantissima umiltà che ci ha regalato delle belle lezioni di vita. Tra queste, quella che più mi è rimasta nel cuore, è stata l’affermazione di una ragazza, Samaher, che alla domanda ”Cosa ti ha dato Fede e Luce?” ha risposto: “Io mi chiedevo spesso, prima, ma perché sono così, perché non riesco a fare quello che fanno le mie amiche e ci stavo male!

Fede e Luce mi ha fatto capire che sono utile così come sono e che sono bella proprio perché sono così!”. Molti componenti la comunità hanno espresso i loro sentimenti, sempre con molta moderazione e con una gioia interiore stupenda. Avevamo, nel frattempo, preparato un cartellone raffigurante un albero e, al termine, tutti vi abbiamo appeso il disegno di un frutto recante il nostro nome, ricollegandoci così all’assemblea internazionale di Leeds “Chiamati a portare frutto”. La serata è finita con la cena preparata ancora dalle mamme della comunità. Il giorno dopo abbiamo visitato Nazareth; incredibilmente numerose le vestigia che ricordano la giovinezza di Gesù, stupende chiese di ogni confessione adornate di bellissimi dipinti e mosaici. Nel pomeriggio, mentre alcuni di noi riposavano per le due giornate vissute intensamente, sia dal punto di vista emozionale che fisico, Lucia ed Angela hanno guidato il momento della discussione per l’elezione del responsabile della comunità; è stata eletta Suad, una mamma con tre figli di cui una disabile.

Poi hanno deciso il nome della Comunità: ULIVO di GALILEA. La felicità dei nostri amici arabi era bellissima, finalmente anche loro potevano dichiararsi appartenenti a Fede e Luce! La serata è poi proseguita in grande allegria, io e Rosario abbiamo preparato gli spaghetti al pomodoro mentre Ferruccio aveva portato due favolose soppresse venete che tutti hanno gradito moltissimo; completavano il menù i piatti tipici del luogo. Questa è stata l’ultima serata passata con i nostri amici perché il giorno dopo saremmo partiti per Gerusalemme; i saluti sono proseguiti a lungo, nessuno aveva voglia di andarsene, eravamo proprio una bella famiglia!

Dopo questi primi giorni abbiamo vissuto altre bellissime esperienze a Gerusalemme e a Betlemme; l’emozione mi ha spesso sopraffatto tanto da non riuscire quasi a commentare ciò che stavo vedendo e vivendo. I luoghi in cui era passato nostro Signore danno ancora, dopo 2000 anni, l’idea di come si vivesse allora e di ciò che Lui ha vissuto con i suoi discepoli e poi da solo nel momento della sofferenza e del sacrificio per noi.
Ma ho voluto raccontare in modo più esteso l’esperienza con la comunità perché è stato molto bello il rapporto umano, il calore e l’amicizia che si era creata tra noi e loro, mentre la visita ai luoghi Santi è stata, per me, una esperienza interiore molto forte, intensa e bellissima… ricordi indelebili fissati nella mente e nel cuore.

Mario


…Uno dei momenti più belli è stata la visita al Santo Sepolcro: la porta è piccola, stretta. Io e Daniela l’abbiamo varcata a stento. Per questo uscendo ho pianto lacrime di gioia vedendo Rosario entrare con la sua Arianna tra le braccia. Tutto si è compiuto: quel gesto ha dato senso ad ogni sforzo. Glielo avevamo visto fare alla Basilica di Betlemme, ma lì, a Gerusalemme, è stato ancora più toccante. Sì: quando si desidera fortemente qualcosa, con una fede grande, lo si può ottenere. Dio donerà forza e coraggio. Lo abbiamo sperimentato. Lo sappiamo con certezza.
Angela


Tutti i luoghi visitati, sia Nazareth che Gerusalemme fanno provare emozioni molto forti, incontenibili, difficili da esprimere…la Grotta dell’Annunciazione, dove Maria ha pronunciato il Sì accettando il disegno che Dio aveva per lei. Nella Grotta della Natività, dove con l’aiuto di mio papà e degli amici sono riuscita a scendere…al Santo Sepolcro, poco accessibile perché la porticina d’ingresso è troppo bassa e stretta, ma con l’aiuto di mamma e papà sono riuscita ad entrare e vedere la tomba nella quale era stato sepolto Gesù…
Che dire? Tutti i luoghi danno una carica emotiva particolare. Quelli poco accessibili hanno avuto per me un significato particolare, era il mio modo di dimostrare quanto grande sia la mia fede.
Arianna


In un momento di scambio, Gabriella, sorpresa e commossa, ascoltando la riflessione di un’altra mamma, diceva: “Siamo proprio uguali, viviamo tutti sentimenti ed emozioni simili, anche se ambientati in situazioni di vita diverse ed espressi in una lingua che non capiamo…!” tutti viviamo lo stesso profondo desiderio di sentirci ascoltati ed accolti e consideriamo impagabile il dono di esprimere e condividere le nostre gioie e le nostre pene… davvero Fede e Luce è un’occasione preziosa ed unica, a qualsiasi latitudine la si viva…
Lucia


Noi abbiamo cercato di seguire le orme di Gesù. Siamo andati nei luoghi dove ha iniziato a predicare e fare miracoli.
I miracoli avvengono ancora nei nostri cuori. Lo dimostrano i sorrisi nelle foto e la solidarietà e il calore che si è creato tra noi.
Adriana


La comunità Fede e Luce in Israele è uguale a tutte le nostre comunità!
Con loro, pur parlando una lingua diversa, mi sono sentita a casa. Ho percepito nella loro accoglienza la vera e profonda gioia.
Valeria

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.125

Fede e Luce in Terra Santa ultima modifica: 2014-03-29T11:09:35+00:00 da Redazione

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