Ogni volta che a Ombre e Luci parliamo di “lavoro” per i nostri ragazzi, sono presa da due contrastanti sentimenti: uno di scoraggiamento totale, pensando a quanto poco nel nostro Paese viene fatto, organizzato, pensato per i nostri figlioli; parlo ovviamente di quelli che sono intellettivamente colpiti (per i fisici e i sensoriali il discorso è tutto diverso). Dall’altro, un gran desiderio di vedere metter in atto un’attenzione e una volontà tutta speciale proprio per loro ché altrimenti vengono relegati in un cantiere di passività.
Da quando sono immersa nel mondo dell’handicap, 50 anni ormai di dedizione a largo raggio, sono presa in modo speciale dall’idea di portare questi figlioli a vivere in pienezza le loro capacità. È vero che c’è una parte di loro che non è adatta al lavoro intellettivo e bisogna far di tutto per non “ingannare” i ragazzi stessi, i genitori, gli educatori con l’idea di computer, colloqui, segreterie…
I nostri ragazzi hanno bisogno di cose concrete, io ho girato tutta l’Europa e ho visitato per loro centri di lavoro di grande importanza. Sono rimasta impressionata dalla qualità e dall’inventiva che questi centri presentano. E quanto sia importante che la loro preparazione parta da quando sono piccoli. È così bello vederli entusiasti del loro lavoro, quando è un vero lavoro, non qualcosa di finto per far piacere ai genitori.
Direi che i lavori che si addicono di più ai deboli mentali possono essere ad esempio quelli a contatto con la natura come giardinaggio, con composizioni floreali di fiori freschi e essiccati, orto e relativa vendita di ortaggi; allevamento di animali e in ambito artigianale confezionamento di vari oggetti, lavori al telaio, un po’ difficili per certe persone, ma di grande soddisfazione; e inoltre, come già sta avvenendo, ristorazione, servizi di pulizia e ausiliari negli uffici.
La lista si può far lunga, mentre scrivo e penso mi viene in mente Laura, che, in mezzo a tanti altri che ho conosciuto mi pare sia un esempio lampante per come i suoi genitori abbiano messo tutta la buona volontà per trovare un “vero lavoro”. Dopo le elementari, e le medie, vissute con un po’ di difficoltà Laura dopo molti anni di tirocini gratuiti, attraverso un bando di concorso mirato, è stata finalmente assunta al Comune di Roma dove, da 14 anni, lavora come ausiliaria con impegno (parte da casa ogni mattina alle 6:30) e svolgendo attività di servizio come portare lettere e documenti da un ufficio all’altro, svolgendo mille piccole mansioni e dando un concreto aiuto per il buon funzionamento dell’ufficio. Laura è sempre elegante, contenta, serena; frequenta due associazioni nel tempo libero, e sfida gli amici e gli altri ragazzi a far vedere le propie capacità.
Ogni volta che la incontro mi dico: perchè è così complicato che altri ragazzi come lei possano seguire un’attività?
Vorrei che per tutti i ragazzi con difficoltà intellettive ci fosse chi si preoccupa di mettere in atto un lavoro adatto a loro. Vorrei che non si vedessero mai per strada ragazzi nullafacienti.
Sempre di più, lo si leggerà in questo numero, si stanno attivando cooperative e centri di lavoro: è finita l’epoca in cui si diceva “per loro non c’è nulla da fare” anzi, per loro c’è molto da fare ed è sempre più impegnativo “metterli al lavoro sul serio” rendendoli contenti di quello che fanno e indipendenti da quei genitori che più tardi dovranno lasciarli per potersi godere finalmente un po’ di meritata e giusta vacanza.
Mariangela Bertolini, 2014
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.125