L’autrice racconta la malattia mentale da cui è affetta in modo estremamente “lucido e positivo”, per usare le parole del celebre neurologo e psicologo Oliver Sacks. Senza particolari drammi familiari, la schizofrenia si insinua come una “nebbia” nella sua adolescenza senza essere riconosciuta; al college, prima la mancata cura di sè poi gli attacchi deliranti, portano la giovane Elyn ad alcuni ricoveri coatti, le relative cinghie e trattamenti forzosi… il percorso è lungo e passa attraverso la difficilissima accettazione del trattamento farmacologico e della diagnosi così potenzialmente infausta e invalidante, le preziose e decisive amicizie, la mente comunque davvero brillante, la relazione vitale con i suoi terapeuti… Calzante il giudizio di un suo amico che ben la conosce: una donna davvero fortunata nella sfortuna.
Il libro sfata molti pregiudizi, il principale dei quali quello dei malati di mente certamente violenti con gli altri, purtroppo gli unici ad arrivare alle cronache. Traduzione purtroppo non sempre impeccabile, a partire dal titolo.
Cristina Tersigni, 2013
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.124