In Giappone il Natale ha un significato poco legato alla cristianità. Ieri, quando sono andato al supermercato qui vicino, ho notato un catalogo di 16 pagine riccamente illustrate con torte natalizie, per incitarne l’acquisto (con prezzi che vanno dai 12 agli 80 euro). Tra pochi giorni i centri commerciali e alcune strade saranno illuminate come accade in Europa e America e nei supermercati sarà facile ascoltare i canti di Natale come sottofondo.
Mi chiedo sempre quante persone sanno davvero cosa celebrano i cristiani in questa giornata. Per molti credo sia simile al giorno di San Valentino, quando i negozi fanno grandi affari con il cioccolato. Ho controllato i calendari giapponesi che abbiamo in comunità, e ho visto il mese di dicembre. Il 22 dicembre è segnato come Solstizio d’Inverno. Il 23 è anch’esso festa nazionale, è il compleanno dell’Imperatore attuale. Non c’è alcuna menzione sul Natale, invece.
Forse saprete che in Giappone i cristiani sono un’esigua minoranza, circa l’1% dei 128 milioni di abitanti. Approssimativamente metà dei cristiani sono cattolici (circa 700.000) tra i quali 350 000 provengono dal Sud America e Filippine. Nei miei 36 anni in Giappone non ho mai incontrato un giapponese cristiano.
Durante la vigilia, molte delle nostre chiese sono piene di persone e molte di loro sono per la prima volta in una chiesa, a godere della speciale atmosfera di quel momento. Molti vengono avanti per ricevere una benedizione, magari il battesimo o la comunione per i loro figli.
Non ho dubbi che Colui che è nato a Betlemme e morì sulla croce per tutta l’umanità, preparerà anche i giapponesi, in modi che non vediamo con i nostri occhi, a condividere la gloria del Signore.
Ludo – Giappone
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.124