I bambini, le donne e gli uomini disabili, infatti, riescono a mettersi al riparo con grande difficoltà perché la maggior parte delle strutture di primo soccorso non sono per loro accessibili. Ciò significa che rischiano di essere esclusi dalla catena degli aiuti umanitari e dalle risposte di emergenza, come l’accesso ai servizi sanitari o la distribuzione di cibo e acqua potabile.
Tutto questo fa sì che il tasso di mortalità delle persone con disabilità risulti doppio rispetto a quello del resto della popolazione. Ma la radio ha anche raccontato che c’è chi si dedica espressamente a loro nelle Filippine martoriate: è il caso, ad esempio, del lavoro svolto dagli operatori della ong (Organizzazione Non Governativa, ndr) Christian Blind Mission, nata proprio per cercare di aiutare i disabili fisici e mentali nei Paesi in via di sviluppo.
Le mimose di Yolanda: a Viola piace immaginare così questi operatori. Del resto, qualche giorno prima, Viola aveva udito un’altra bella storia proveniente dal lontano Oriente, quella della cinese Teresa Meng Weina, fondatrice e presidentessa della ong Huiling (che significa “saggezza spirituale”), a cui è stato recentemente conferito a Monza il Premio Internazionale Vittorino Colombo. Teresa Meng Weina inaugurò la prima scuola per alunni disabili mentali il primo settembre 1985: i bambini erano 96.
Oggi, aperte ulteriormente le porte (il 18 marzo 1990 Huiling cominciò ad accogliere anche persone disabili di età non scolare, cioè dai 16 anni in su) e superate le infinite difficoltà sorte in quasi trent’anni di lavoro in un Paese particolarmente restio ad accogliere i disabili mentali, Huiling conta più di un centinaio di centri in 13 grandi città della Cina.
La ong ha anche sviluppato due specifiche iniziative denominate La Chiocciola ed Emmaus. La prima è una rete che consente a migliaia di disabili di mettersi in collegamento attraverso internet e di organizzare delle attività: ogni giorno circa mille persone usufruiscono del servizio.
La seconda iniziativa è invece costituita da una catena di panifici che danno lavoro ai disabili mentali, così da renderli autosufficienti. Il lavoro di Teresa Meng Weina e di Huiling prosegue serrato, con l’obiettivo finale di sensibilizzare la società cinese nel suo complesso verso i disabili mentali. Un obiettivo non facile, certo, ma Viola ha già capito che la parola “impossibile” va dimenticata.
Giulia Galeotti, 2013
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.124