Nei racconti dei tre coordinatori, il senso di giornate ricche di emozioni.
Sicuramente mi porto dentro la gioia dell’incontro, incontro con amici già conosciuti a Lourdes nel 2011 e alcuni nuovi. E anche le nostre belle delegazioni: i nostri ragazzi, la loro gioia, la loro furbizia, il loro voler entrare in relazione con il mondo, quell’immagine bellissima del nostro Angelo con la nonnina inglese di 97 anni.
L’aver avuto la fortuna di ascoltare Marie Hélène, ricordare come tutto ha avuto inizio e l’intuizione che lei e Jean hanno avuto. La cosa che mi ha colpito è come questi 42 anni siano l’opera dello Spirito Santo che ha agito e continua ad agire attraverso tutti noi.
La bellezza dell’incontro con le comunità inglesi e di quella signora che mi si è avvicinata essendo fiera di essere stata sposata con un italiano, i giochi, i tanti volti e poi, a conclusione, il canto della comunità cantato ognuno nella propria lingua ma come se tutti cantassimo nella stessa lingua. Mi ha fatto ricordare il passo biblico in cui lo Spirito scese e tutti i popoli parlarono la stessa lingua.
Mi porto anche dentro il volto felice di una mamma a testimonianza che la gioia e la sofferenza possono coesistere.
Credo di sentirmi fortunato e voglio ringraziare i nostri ragazzi per avermi donato questa opportunità. Senza loro non avrei mai potuto vivere questi incontri che mi trasformano, mi arricchiscono.
Carlo
Leeds. Sono il Capo delegazione di Kimata. Portiamo con noi una bandiera italiana e lo stendardo della provincia con i simboli di Cipro e della Grecia. Una bella delegazione, Alessandra e Daniela e poi Daniele, emozionati e consapevoli della responsabilità di rappresentare tutte le nostre comunità, così diverse.
Già dal primo momento ti rendi conto che ci sono persone di Fede e Luce da tutto il mondo, ciascuno ha un suo ruolo ben definito e una responsabilità ben precisa…in fondo in fondo anche noi ci proviamo; non abbiamo parlato molto e ci sentiamo consapevolmente impreparati e questo è il bello!
È l’Assemblea generale, c’è tutta la nostra storia, passata e recente, ci sono Marie Hélène, Maureen e Ghislain. Quando al mattino ci ritroviamo tutti insieme ciascuno ha accanto a sé tutti quelli rimasti a casa, insieme alle loro storie, ai genitori, ai ragazzi e ai loro amici, alle loro conquiste, alle loro feste e ai loro pellegrinaggi, quelli dei 40 anni e quelli della vita di tutti i giorni. Ciascuno ha accanto a sè i volti delle proprie comunità, ed è per loro e grazie a loro che siamo qui. Ci sono anche tante mamme e papà, alcuni coi loro figli qui e altri sono a casa, con la famiglia o con gli amici.
Fede e Luce è così proprio perché ciascuno ha un suo ruolo ed è così importante. Larysa, una mamma di Napoli, con il suo cuore ucraino e il suo spirito italiano, è qui per suo figlio Igor, in vacanza con amici di Fede e Luce, per testimoniare un miracolo, per spingere altre mamme, altri amici a credere in questo miracolo. Mario è un papà affettuoso con tutti noi qui, sempre attento al suo ruolo di vice-coordinatore; ha lasciato a casa Matteo, suo figlio, in vacanza con la sua mamma e in partenza per il campo con gli scout. Vedi Mario e vedi Matteo al suo fianco, è una bella sensazione. Angelo e Daniele hanno reso ancora più piacevole questo nostro stare qui, nella condivisione della semplicità di ogni gesto, di ogni sorriso e di ogni canto. Senza di loro, senza Matej, Philippe, Samuel e tutti gli altri, questo incontro sarebbe stato più povero e sicuramente meno divertente.
Quello che volevo dire di questa Assemblea è che Fede e Luce è una splendida quarantenne e che l’avventura continua… e farne parte è un dono incredibile
I ragazzi sull’altare, invitati a impartire ai delegati di tutto il mondo la loro benedizione e il loro invio. Valerie che mi chiede di spiegare bene ad Angelo e Daniele cosa devono fare e io che mi ritrovo tra le braccia il piccolo Samuel. Sam ha sette anni, fatica a crescere, è uno scricciolo e mi dice che gli fa male il piede. Smette di piangere solo quando, tenendolo in braccio, lo sorreggo mentre compie anche lui quel gesto così carico di pace. Ecco, tra lacrime di gioia, per il suo confidare in me in quel momento speciale, l’immagine più bella che mi porto a casa da Leeds. Un piccolo che si affida e il cuore che si gonfia di felicità nel tenerlo tra le braccia. Lacrime, che rigano il viso anche quando il francesissimo Sam, ripresosi all’istante da quel dolore al piede, mi resta in braccio a cantare a squarciagola in inglese “Chiamati a portare frutto, in ogni luogo, ogni giorno, da mattina a sera, dando vita a Fede e Luce”.
Sì. Siamo chiamati. Siamo invitati a essere fondatori ogni giorno di questa storia meravigliosa. Ce lo chiede lo Spirito e ce lo chiedono ancora oggi, dopo 42 anni, Jean e Marie-Hélène. E’ bello ascoltare le loro parole, in video o dal vivo. E’ bello anche vederli più deboli e fragili di un tempo e sapere che la forza che li animava allora li rende capaci di portare grandi frutti anche a 80 anni suonati.
Le giornate di Leeds sono state impegnative e meravigliose. Continuo a chiedermi come trasmettere a tutti la bellezza dello scoprire storie simili e allo stesso tempo diverse in ogni Paese; la consapevolezza che tra noi c’è chi fatica a vivere l’impegno e chi attraverso la responsabilità ha compiuto invece passi da gigante; le riflessioni di Maureen sull’”accompagnamento”, fatto di cammino comune, del nutrire ed essere nutriti; la semplicità di papà Ghislain che si tiene accanto Clara, non avendo vicino a sé la sua Julie; Angelo poliglotta dall’accento veneto e con gli occhi che brillano davanti a certi incontri; Roberto in versione gondoliere e Mario così apprezzato col suo cappello da bersagliere; la felicità di Ivana e la serenità di Larysa; gli spaghetti cucinati da Mario e Paolo condivisi con croati e libanesi; gli abbracci con Daniele e Francesco. Ogni istante è da ricordare. Ci sono volti, sorrisi, amici che vivono dall’altro capo del mondo e sanno esserti così vicini nei momenti più difficili. C’è la lavanda dei piedi e lo sguardo di Tim rivolto al Padre, in totale affidamento. E’ difficile raccontare tante sensazioni. Ci proveremo, rendendo grazie a ogni membro di ogni comunità per averci affidato l’indimenticabile compito di rappresentare tutti quanti.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.123