Ecco da alcuni giorni Benedetto XVI ci ha lasciato… si è ritirato. Probabilmente quando leggerete queste righe avremo un nuovo pastore, ma come mai il Papa Emerito ha fatto un gesto così clamoroso? Quanto ha meditato per deciderlo? Che cosa l’ha messo su questa strada?
È cosa ben ardua pensare di potere noi interpretare, capire, essergli accanto in questa sua decisione.
Certo ci siamo sentiti soli, non abbandonati, ma soli e ci piace provare a pensare insieme a lui quale lotta interiore deve aver vissuto in questo periodo passato: paure, timori, incertezze…
Avrebbe voluto con tutta l’anima continuare ad essere con noi come pastore, fratello, consigliere, amico, invece no, ha preferito lasciarci per andare a vivere l’ultimo tratto della sua vita, nel silenzio e nella preghiera, in una vicinanza a noi sconosciuta.
A noi interpretare il perché di questa decisione.
“A Papa Benedetto non possiamo rimproverare nulla, ha operato scendendo in campo e affondando nel dolore delle vittime tutta la sua umanità di padre e di pastore” (Don Fortunato Noto).
Ha fatto un gesto coraggioso, clamoroso, nel lasciare il pontificato e la curia romana, che ci riporta all’essenza della fede cristiana.
Un uomo che si è sentito fragile, troppo debole per portare avanti la barca in tempesta. Egli sa bene che Gesù è lì pronto a continuare a sostenerci, ma soprattutto pronto a sostenere un nuovo timoniere.
Consapevole di questo accompagnamento per la Chiesa, ci ha lasciato un esempio: si è spogliato di quel potere del quale era stato investito, che aveva accettato con coraggio e amore, per ritornare ad essere, insieme a noi, un semplice pellegrino che affidandosi alla mano di Dio si dirige verso la Meta.
Mariangela Bertolini, 2013
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.121