Nick: “Mio padre mi ha raccontato che si trovava accanto a mia madre mentre nascevo e quando vide la mia spalla senza il braccio rimase allibito. Non voleva che mia madre si accorgesse di ciò e lo shock lo costrinse ad abbandonare la sala parto… Non poteva credere a ciò che aveva appena visto. Corse dai dottori ripetendo: “A mio figlio manca il braccio destro!” Ed i dottori gli risposero: “No, a suo figlio mancano entrambe le braccia e le gambe.” Mio padre non ci voleva credere… E così nella chiesa dove mio padre era pastore tutti si chiedevano… ‘perché Dio ha permesso ciò?’ Mia madre all’inizio non voleva tenermi in braccio, non voleva allattarmi, si sentiva a disagio e tutto ciò andò avanti per i primi quattro mesi. Ci volle un bel po’ prima che i miei genitori cominciassero a credere che nel crearmi Dio non aveva commesso errori.”
I genitori di Nick lasciarono ai piedi del Signore tutta la loro tristezza e delusione, scelsero di confidare in Dio e nelle sue promesse: Dio aveva un piano ed un futuro per la vita di loro figlio! Col passare del tempo Nick faceva però fatica a confidare in un Dio che, a suo parere, gli aveva dato qualcosa di meno.
Nick: “E così sfidai Dio e gli dissi: “Dio, lo so che sono un peccatore, e so anche che senza di te nel mio cuore non avrò pace, ma non ti lascerò entrare nel mio cuore finché non avrai risposto a questa domanda: perché? Perché mi hai creato senza braccia e senza gambe? Perché non mi hai dato ciò che tutti gli altri hanno?”. Gli dissi che non lo avrei servito fino a quando non avesse risposto a queste mie domande.
Così pensai che se Dio non voleva porre fine alle mie sofferenze, allora lo avrei fatto io. Avevo 8 anni quando tentai il suicidio attraverso annegamento nella vasca da bagno: chiesi ai miei genitori di mettermi nella vasca perché volevo rilassarmi un po’, e provai a girarmi su me stesso così da annegare, ma non trovai la forza per compiere questo atto. Ciò che mi fermò fu l’amore per i miei genitori. Io li amo tantissimo perché quello che loro hanno sempre fatto è amarmi… pensavo e immaginavo il mio funerale, immaginavo i miei genitori e vedevo un enorme senso di colpa che li schiacciava accusandoli di non aver fatto abbastanza per me.”
Quella fu l’ultima volta in cui Nick tentò di suicidarsi ma non fu l’ultima volta in cui Nick si trovò faccia a faccia con le sue pene.
Finché un giorno, sua madre gli lesse un articolo riguardante un uomo che, come Nick, soffriva di una grave disabilità e la storia di questo uomo cambiò la sua vita.
Nick: “Così scelsi di smetterla di arrabbiarmi con Dio per ciò che non avevo, e cominciai a ringraziarlo per quello che avevo… Mia madre mi disse “Nick, non so come e quando, ma Dio ti userà!”. E quelle parole diventarono un seme che penetrò in me. Per la prima volta compresi che non ha senso l’essere “completi” nell’esteriore quando poi si è incompleti nell’interiore, e capii inoltre di come Dio può guarirti anche cambiando le circostanze in cui ti trovi. Io ho dato la mia vita a Gesù leggendo la Bibbia nel Vangelo di Giovanni. Avevo 15 anni. Leggevo di Gesù che camminando attraverso un villaggio vide un uomo cieco dalla nascita e le persone attorno a lui chiesero: perché quest’uomo è nato così?. E Gesù rispose dicendo “E’ così affinché le opere di Dio siano manifestate in lui”. Nella 2° lettera a Timoteo (3,16) la Bibbia dice che ogni scrittura è ispirata da Dio… Con questi versi Dio mi diede vita e fede, questa fede mi riempì e con essa una profonda pace ed in quel momento realizzai la risposta di Dio alle mie domande. Perché mi hai creato in questa maniera? E la risposta fu “Hai fiducia in me?”. Quando riusciamo a dire Sì a questa domanda, tutto il resto non conta più!”
Cosa spinse Nick a confidare in Dio e nella Sua parola? Cosa lo spinse a confidare in Dio non sapendo ancora cosa aveva preparato per lui?
Nick: “Non riuscii a trovare nient’altro. Nient’altro era in grado di darmi pace. Ero consapevole che neanche un paio di gambe e braccia mi avrebbero dato pace. Avevo bisogno di sapere la verità in merito alla mia vita, chi sono, perché sono qua e dove andrò quando non sarò più qua. E non ho potuto trovare nessuna risposta veritiera all’infuori di Gesù.”
E fu così che, in Gesù solamente, Nick trovò la forza per fare ciò che molte persone avrebbero dato per impossibile.
Nick: “E’ difficile essere forti quando le persone attorno a te continuano a scoraggiarti… non sei abbastanza bravo, non sei abbastanza forte, vai via, Nick questo non puoi farlo, Nick, Nick… Nella vita se non conosci la verità non potrai mai essere libero e finirai per confondere le bugie per verità. Ma quando realizziamo che la parola di Dio è veritiera allora capiamo la verità su noi stessi… Io non sono un uomo senza braccia e senza gambe, ma sono un figlio di Dio, io sono stato perdonato dal mio peccato e sono un ambasciatore del Re dei re, io non sono niente meno che un servitore del Dio altissimo. Questo non ha nulla a che fare con Nick, con le mie capacità o abilità.. Io non sono niente, ma Dio vive in me ed io vivo nella sua forza, e qualsiasi cosa Gesù conquista allo stesso tempo io la conquisto. Io credo che anche se Dio non ti da un miracolo, tu sei comunque già un miracolo di Dio per la salvezza di qualcun altro ed io ringrazio Dio per come lui non ha risposto alle mie richieste quando lo supplicavo di avere gambe e braccia. Questa mia condizione fisica mi ha reso un strumento di Dio in diverse parti del mondo, portando, attraverso la mia testimonianza, circa 200.000 persone ad incontrare Gesù per la prima volta nei soli ultimi 7 anni. Come potrei quindi preferire a questo il fatto di avere gambe e braccia? No, sia fatta la sua volontà… perché io preferisco il fatto di non avere temporaneamente sulla mia vita terrena gambe e braccia ma di conquistare anime per Gesù e spendere con loro l’eternità in paradiso.”
In questi ultimi 10 anni Nick ha condiviso la sua testimonianza in 24 nazioni a più di 3 milioni di persone e sia che lui parli in uno stadio pieno o ad una singola persona il suo messaggio non cambia mai…
Nick: “Dio ti ama e non ha dimenticato il tuo dolore o la tua famiglia. Forse mentre seguivi questa mia intervista hai paragonato la tua sofferenza con la mia, ma la tua speranza non è nel comparare le sofferenze o nel sapere che qualcuno forse soffre più di te. La vera speranza è nel nome di Dio, nel nome del Signore Gesù Cristo. Troverai speranza quando paragonerai la tua sofferenza con l’infinito amore di Dio. Isaia 40 al verso 31 dice “ma quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano in volo come aquile…” Non ho bisogno che le mie circostanze cambino, non ho bisogno delle braccia e delle gambe, ma delle ali dello Spirito Santo e volerò perché so che Gesù mi mantiene, non scoraggiarti, Dio non ti abbandonerà mai!”
Intervista integrale tratta da CBN.com – Christian Broadcasting Network
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.119