Maria e Rino hanno quattro nipoti: Daniele di undici anni, Eleonora di quasi sei, e poi Gian Luca di otto e Gaia di cinque e mezzo. Dei primi due, figli della loro figlia Paola, si occupano quotidianamente, li vanno a prendere a scuola, li fanno mangiare, poi riposino, gioco, judo, compiti finché la loro mamma non viene a prenderli verso le cinque del pomeriggio per portarli a casa o in piscina… insomma la normale ruotine comune a tanti nonni di oggi che in tal modo aiutano i figli durante il loro orario di lavoro, come infatti fanno i nonni materni di Gian Luca e Gaia. Perché allora ho voluto incontrare Maria e Rino, due nonni bravissimi, ma assolutamente normali? Il motivo è legato ad una qualità specifica di Eleonora, che è appunto una bambina Down. Ho cercato di capire con loro se qualcosa differenziava il loro rapporto con Eleonora da quello con gli altri nipoti.
Cosa fate di specifico con Eleonora?
Maria: dopo mangiato la porto a letto, le racconto le storie, talvolta cantiamo le canzoncine, a lei piacciono tanto quelle di Nemo e della Sirenetta; ad Eleonora piace tanto ballare, ma sa giocare anche da sola; ad esempio gioca a fare l’aerosol alla bambola, le mette un cucchiaio davanti alla bocca e dice: “bella di mamma tira su come per odorare i fiori”! Poi cerca anche di aiutarmi a raccogliere i panni e in altre piccole mansioni. Anche il nonno, gioca spesso con i suoi nipoti, ma è addetto specificatamente agli accompagnamenti.
Rino: quando vado a prendere Eleonora alla scuola materna, lei si alza, mette a posto la seggiola, saluta tutti e poi mi corre incontro, non le dico io di salutare tutti, altrimenti mi prende in parola e bacia uno per uno tutti i compagni di classe!”
Insomma, dicono entrambi: facciamo con Eleonora lo stesso che con gli altri nipoti alla sua età, vogliamo che rispetti le stesse regole, deve mettere a posto i suoi giochi, non deve salire sul divano con i piedi, deve mangiare tutto e con educazione etc.
Che rapporto ha Eleonora con il fratello?
Maria e Rino: molto buono, sono legatissimi, Daniele non solo è affettuoso e protettivo con la sorella, ma ci sa giocare insieme, la coinvolge e lei da parte sua stravede per lui e sa essere anche protettiva nei suoi confronti.
Considerando che Gaia ha quasi la stessa età di Eleonora notate delle differenze tra le due cuginette?
Maria: Certamente ora che Gaia sta crescendo si vede la differenza, Gaia sa disegnare, colora bene, sa fare le costruzioni, mentre Eleonora fa queste cose ancora con molte difficoltà. Eleonora invece ascolta molto di più di Gaia, è più rispettosa delle regole, Gaia spesso è imprevedibile! E poi Eleonora è molto affettuosa, non solo verso di noi, ma anche verso gli altri nonni!
Rino: “Quando mi si butta addosso per abbracciarmi, me manda al manicomio!”
Mi stupisco nel sentire che Eleonora, “ascolti di più” della cuginetta, in genere pensiamo ai bambini Down, come dolci, affettuosi, ma un po’ ostinati! Maria mi spiega che sua figlia Paola, è molto esigente con entrambi i figli, si aspetta da loro le stesse cose. Ed anche i loro nonni fanno lo stesso. Maria dice: “se deve arrivare una sculacciata arriva anche per lei! Del nonno invece se ne approfittano sia Eleonora che gli altri nipoti”.
Credete di sostituirvi qualche volta ai genitori di Eleonora, pensate magari che non facciano abbastanza o non facciano le cose giuste?
Maria: c’è un grande accordo tra noi ed anche una grande confidenza specialmente con nostra figlia, ma c’è anche un grande rispetto reciproco; noi possiamo dare un parere, un consiglio, ma rispettiamo le loro decisioni e poi bisogna riconoscere che entrambi fanno il massimo con i loro figli. Paola segue personalmente Eleonora, l’accompagna in terapia, in piscina, cerca di trovare strumenti e possibilità che possano aiutarla maggiormente, non delega noi.
A questo punto chiedo loro come hanno reagito nel sapere che la bambina era Down.
Maria: già durante la gravidanza era stata avanzata l’ipotesi che la bambina potesse avere dei problemi, soprattutto perché era stata riscontrata una stenosi esofagea. Questo peraltro aveva conseguenze sull’andamento stesso della gravidanza e per portarla avanti mia figlia ha dovuto subire pesanti trattamenti.
Rino: appena abbiamo saputo che la bambina poteva avere problemi, sono andato da mia figlia e le ho chiesto: che cosa vuoi fare? Lei mi ha risposto: “io questo bambino lo voglio!” A me è bastato questo, “Va bene così” ho detto e basta!
Maria: Nostra figlia, ha sofferto molto anche perché la bambina, fatta nascere all’ottavo mese di gravidanza, è stata subito operata e per sette mesi ha dovuto essere nutrita con il sondino, cresceva poco, stava male… Fortunatamente ha avuto sempre il marito vicino, ma noi non l’abbiamo mai abbandonata, abbiamo sempre camminato al suo fianco. Io capisco la depressione delle madri in condizioni difficili, ma di fronte ai gesti disperati, mi chiedo: ma la famiglia dove sta?
Paola delle volte, presa dallo sconforto, mi diceva: “mamma perché a me?” Ed io le rispondevo “perché no?! Evidentemente tu eri la madre giusta per Eleonora!” Ed ora sono diventata “fanatica” di questa nipote, guai a chi me la tocca!
La nascita di Eleonora mi ha cambiato, non riesco a dare più alcuna importanza alle apparenze, alle cose superficiali, ormai cerco di cogliere l’essenziale e di apprezzare il valore assoluto della vita.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 117, 2012