Non è facile mettere in evidenza gli argomenti o i pensieri che Aldo Maria Valli ha esplorato per darci una fotografia più vera possibile, perché tutto ci sembra essenziale, importante, unico. Per raccontarci le caratteristiche di questo grande uomo, l’autore si serve quasi lungo tutto il testo, di frasi pronunciate dal cardinale stesso, frasi piene di verità, di conf
idenza, di fede e di amore. Ne potrei citare alcune che mi hanno profondamente colpita soprattutto di quelle che parlano di lui in prima persona, quasi che Martini ci tenesse “a confessarci il suo intimo pensiero”. Mi è parso impossibile fare una scelta tanto tutte sono essenziali nello spronarci a seguire l’insegnamento di Gesù e ad imparare ad amarlo sul serio.
Scorrendo senza fretta l’indice, si può scegliere a quale argomento dare la precedenza (se non si vuol leggerlo tutto subito ma a piccole dosi). Chi è titubante o in collera o indifferente su alcuni grandi temi della fede, troverà in queste pagine un valido e concreto aiuto. Di particolare interesse il capitolo 9° e soprattutto il paragrafo intitolato “Le zone grigie” dedicato alla “vita sulla quale oggi l’uomo può intervenire in modo sempre più marcato e deciso”.
Il cardinale ormai così vicino alla morte che fa a tutti paura, non teme di affermare: “Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero che richiede da parte nostra un affidamento totale”. E a chi gli chiede quale domanda rivolgerebbe a Gesù se ne avesse la possibilità, risponde: “Gli domanderei se mi ama, nonostante io sia così debole e abbia commesso tanti errori; io so che mi ama eppure mi piacerebbe sentirlo ancora una volta da lui.
Inoltre gli chiederei se in punto di morte mi verrà a prendere, se mi accoglierà. In quei momenti difficili, nel distacco o in punto di morte, lo pregherei dii inviarmi angeli, santi e amici che mi tengano la mano e mi aiutino a superare la mia paura.” Questa frase così ricca di umanità e di face in Dio ci avvicina tutti a questo grande uomo e È ci invita a seguirlo nel nostro cammino.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.116