Michela Capone è mamma di tre figli, due bambine ed un maschietto, Marco, protagonista a tutto campo di questa storia vera. La scrittrice i è magistrato presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari. Sposata felicemente con Francesco, medico, fedele sostenitore della moglie e padre amoroso dei figli.
Dicevo, Marco è il protagonista, la sua mamma, con estrema veri- Edi dicità, con affetto e amore, narra la nascita inaspettata di un bimbo itore Ds n i; È ie diverso”, come nessuno lo desidera, che fa tribolare tutta la famiglia per la sua crescita e sviluppo anormale, difficile, inquietante.
È bello Marco, è accattivante, ma ha un comportamento difficile, bizzarro; da qui la ricerca disperata e spasmodica per trovare un nome alla sua “malattia”: visite, analisi, prove e controprove, incontri e scontri con il personale sanitario. Per trovare un posto, una scuola, una chiesa che lo accolga con i suoi disturbi e con le sue stravaganze.
Ogni tanto, nel corso del racconto ( che a qualcuno sembrerà lungo) la mamma disperata e piena di “rabbia”, sconsolata e triste, si lascia andare a considerazioni personali, a pensieri intimi, a sfoghi più che comprensibili, rivolti ora a Marco, ora al marito, ora alle figlie o ad un amico…Sono scritti in corsivo quasi a sottolinearne l’intimità. Sono forse le pagine più belle e quelle che rendono il libro un vero racconto emblematico di quanto molti nostri lettori “sanno” e altri è bene che conoscano e meditino.
M.B., 2010
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.111