Una mattina, all’improvviso, Maria cominciò a gridare fissando con gli occhi eccitati il davanzale della finestra dove alcuni vasetti di terracotta aspettavano la primavera: i bambini avevano piantato dei bulbi ma se ne erano dimenticati. Tutti seguirono il grido di Maria: da uno dei vasetti era spuntata una piantina tutta verde.
Inutile dire che la più felice fu la maestra: Maria finalmente aveva svelato la sua partecipazione. Si poteva continuare a lavorare con lei.
“Ma cosa fai lì sdraiato da un’ora, alzati da bravo!”
Piero non si muove; incantato continua a seguire con gli occhi e un ditino sollevato, qualcosa di inesistente agli occhi della mamma, turbata da quello strano comportamento. Ha già tante preoccupazioni per lui…
Ripete il suo “Alzati adesso, basta star lì per terra!”. Piero non sembra sentire: è immobile e tutto preso non si capisce da che cosa. Il suo incanto è totale. La mamma si piega, inforca gli occhiali esasperata, si mette a guardare. Sulle mattonelle rosse, ben lavate, non c’è nulla. Avvicina il suo viso a quello del suo bimbo e finalmente scorge un minuscolo ragnetto rosso, una capocchia di spillo, che si muove velocemente avanti e indietro per la gioia del suo Pierino.
Marta attraversa il cortile a cavalcioni sul suo dobermann nero e lucido. Sembra una principessina che passa in rassegna i suoi sudditi: quattro bambini più o meno della sua età la guardano ammirati: uno col dito in bocca, un altro con le braccine alzate, l’altro con la bocca spalancata e l’ultimo, il più grande che grida: “Ora tocca a me!”
Marta si gira verso di lui, lo guarda con un po’ di supponenza come a dire:
“Ma non sai che Black non si fa cavalcare da nessuno al di fuori di me!”
Black è stato addestrato come “compagno di vita” di Marta che cammina molto a fatica; non accetterebbe mai di portare sul dorso un bambino che non sia la sua Marta.
I genitori di Francesca l’hanno portata al mare con i fratelli. I medici sperano che lo iodio rinforzi la piccola, gracile e incapace di camminare e di parlare.
La mamma spesso si chiede: “Quando avverrà che Francesca manifesti un suo desiderio, una sua volontà?”
Una mattina l’hanno lasciata seduta sulla sdraio e si sono un po’ allontanati con gli altri due figli. Tanto lei non si muove mai da sola.
Dopo pochi minuti la mamma guarda verso la sdraio e la vede vuota…Torna sui suoi passi e scorge la bimba che carponi avanza veloce verso la riva. Manca solo mezzo metro perché Francesca si immerga felice in quell’acqua che la chiama. Sembra dire: “Non sapevate che il mare è il mio elemento preferito?”.
Quattro piccole storie per ricordare a ognuno di noi il fascino e l’incanto che la natura può esercitare su chi, piccolo o grande, la sa contemplare: segno e potenza del suo Creatore.
Mariangela Bertolini, 2009
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.110
Sommario
Editoriale
Il suo primo grido fu di gioia di M. Bertolini
Dossier: L’incanto della natura
Mangiar sano, dormire bene e… natura! a cura di C. Tersigni
Cani, pony e leoni marini a cura di C. Tersigni
Dibattito
Desideri di tutti
È legittima l’assistenza sessuale per le persone con handicap? Intervista di M.V.P. da O&L 172
Il giardino dei desideri estratto da “Un Volo di Farfalla”
Alti articoli
Mai soli di Elisabetta de Rino
Lo sapevate che…?
Silenzio di Penablù
Dialogo Aperto
Inizio dell’Anno della Tigre di P. Marazzi
Libri
La Terza Nazione del Mondo, M. Schianchi
Cortocircuito, E. G. Belotti
Sembrava impossibile, M. Bertassa
Sotto cieli noncuranti, B. Cibrario